Lo yuan cinese è cresciuto fino al suo livello più alto degli ultimi diciannove anni (vedi anche Il rialzo dello yuan: si torna ai livelli di diciannove anni fa). La divisa asiatica è riuscita a beneficiare soprattutto del fatto che la banca centrale ha aumentato il suo tasso di riferimento, senza dimenticare l’ultimo report relativo al settore manifatturiero. Quest’ultimo, infatti, è cresciuto a marzo nell’ex Impero Celeste come non accadeva da ben undici mesi a questa parte.
Entrando maggiormente nel dettaglio degli eventi che hanno provocato il rialzo del renminbi, c’è da sottolineare come People’s Bank of China abbia aggiunto altri 0,02 punti percentuali al tasso in questione. Di conseguenza, si è arrivati fino a quota 6,2674 yuan per ottenere un dollaro, il valore più forte in assoluto da maggio dello scorso anno. La seconda economia mondiale sta lavorando e continuerà a farlo nei prossimi mesi per stabilizzare la crescita economica e mettere sotto controllo l’inflazione, come ha anche ribadito il vicepremier Zhang Gaoli. Intanto, perfino l’indice dei Purchasing Managers si è attestato a quota 50,9 nel corso del mese terminato ieri, il livello maggiore da aprile 2012, anche perché quota 50 segna esattamente la linea divisoria tra la crescita e la contrazione in ambito economico.
Con la vasta nazione asiatica in procinto da riprendersi rispetto al rallentamento dello scorso anno, lo yuan più forte rappresenta senza dubbio uno dei modi migliori per tentare di gestire l’andamento dei prezzi al consumo. Secondo alcuni analisti finanziari, specialmente quelli di Australia e Nuova Zelanda, la moneta raggiungerà quota 6,10 rispetto al dollaro entro la fine di questo 2013. Il rialzo di cui si parlava in precedenza è stato pari allo 0,05% presso la Borsa di Shanghai, tanto che ora sono necessari 6,2077 yuan nel cambio con la moneta verde. Allo stesso tempo, la volatilità a un mese ha fatto registrare un calo di quattro punti base (-0,04% per la precisione).