L’indice Nikkei ha segnato un più 2,34 per cento dopo la decisione del governo giapponese di intervenire sul mercato dei cambi. Non accadeva da sei anni e la mossa era alquanto inattesa dagli analisti. Le pressioni sul governo di Naoto Kan, appena riconfermato alla guida del partito leader, e sulla banca centrale (BoJ) si erano fatte insostenibili: da fine agosto lo yen continuava ad aggiornare i massimi contro il dollaro schiacciando gli esportatori. L’operazione, di cui ancora non si conosce la reale entità, è stata concertata tra ministero delle Finanze e Banca centrale e consiste nel vendere yen in cambio di dollari per diminuire le pressioni sulla valuta, che resta tuttavia molto appetibile agli acquisti. Infatti è considerata una moneta rifugio dagli investitori e il costo del denaro deciso dalla BoJ è vicino allo zero, miele per gli speculatori carry trade. Va tenuto presente che dall’inizio dell’anno lo yen si era apprezzato di un 10 per cento circa sul dollaro e anche se le acque ora sembrano essersi calmate, gli analisti pensano che sia solo un intervento tampone e serviranno nuove operazioni. Nei piani di Tokyo un altro intervento è possibile, ma forse non troppo gradito dalle altre banche centrali che cercano la massima coordinazione istituzionale. In ogni caso, adesso sarà più facile replicare l’acquisto per il Giappone: quando fai qualcosa che hai sempre cercato di evitare sarà più facile ripeterla una seconda volta.
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[…] giapponese non sono servite a un bel niente. E’ passato un mese da quando la BoJ ha deciso di vendere yen in cambio di dollari (mai successo negli ultimi sei anni), poco meno dalla scelta di azzerare i tassi d’interesse, […]
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