“Too big to fail”, tradotto: “troppo grande per fallire”. Il riferimento è alle banche e alle istituzioni finanziarie indicate come la causa prima della crisi. La storia è nota: si diceva che i giganti fossero così enormi da non poter crollare, ma non è stato così; avevano i piedi d’argilla. Da allora nulla è cambiato. Archiviato il fallimento della banca d’affari Lehman brothers, unica grande “vittima” del terremoto dei mercati, le concorrenti rimaste su piazza come Goldman Sachs e JpMorgan continuano a mantenere a galla i propri bilanci, anche a spese dei contribuenti americani. Bernie Sanders, senatore dello stato del Vermont, che si auto-definisce socialista (unico esemplare a Capitol Hill), ha messo a punto un piano tanto originale quanto interessante. Se un’istituto è considerato “too big to fail” è bene che venga spezzettato prima che distrugga il sistema finanziario. Il ragionamento fila: i colossi possono fallire, eccome, e dunque è bene che non crescano mai. Ovviamente la proposta legislativa di Sanders è provocatoria, scrive l’International Herald Tribune, ma in due pagine indica come, e con quali poteri, il Tesoro potrebbe identificare banche, società di hedge funds e assicurative grosse e pericolose. Come il lettore attento avrà capito il Vermont non ospita nessuna istituzione di rilievo, altrimenti Sanders non sarebbe arrivato a tanto. E anche se l’idea pare bizzarra, con uno spezzatino anche gli azionisti avrebbero solo da guadagnare, viste le performance delle banche d’affari ancora in circolazione.