Dall’Unione Europea filtrano voci di un “piano dell’ultima chanche” per garantire la sopravvivenza della Grecia nella zona euro, mentre il primo ministro Samaras discute con la squadra della Troika (BCE, UE, FMI), in merito a nuovi tagli per oltre 11 miliardi di euro, previsti per il 2013 e il 2014. Servono fatti e risultati. Bruxelles minaccia e Atene promette.Per salvare la Grecia, potrebbe esserci una nuova ristrutturazione del debito, secondo quanto alcuni funzionari UE hanno riferito a Reuters. Questo significherebbe perdite significative per la BCE e le banche centrali nazionali. L’obiettivo: ridurre il debito del paese (di 70-100 miliardi di euro), portandolo al 100% del suo prodotto interno lordo (PIL).
I funzionari europei starebbero lavorando a un piano “dell’ultima chance” per abbattere il debito della Grecia e quindi scongiurare il rischi di una uscita del paese dalla regione (Grexit). Se ci sarà una seconda ristrutturazione del debito greco, questa volta, potrebbero essere coinvolti anche i creditori pubblici. L’annuncio giunge all’indomani delle rassicuranti dichiarazioni del presidente della BCE, Mario Draghi: siamo “pronti a tutto per proteggere l’euro“. Il messaggio, indirizzato principalmente ai mercati, che da tempo aspettavano un segnale da parte della BCE, lascia la porta aperta a nuovi interventi per contrastare la crisi, come un ulteriorre taglio dei tassi e l’adozione di nuove misure di sostegno monetario dell’economia.
I creditori privati avevano già concordato – e accettato – una notevole perdita (haircut) sui titoli obbligazionari greci detentuti in portafolgio, lo scorso mese di febbraio, quando è stato definito il secondo piano di aiuti per Atene, ormai ritenuto insufficiente per riportare il paese a galla.
Il debito pubblico della Grecia rappresentava il 132,4% del PIL alla fine del primo trimestre di quest’anno, secondo gli ultimi dati Eurostat. La partecipazione del settore privato, attraverso uno swap (scambio) di obbligazioni – di valore inferiore e con scadenze più lunghe – ha ridotto i livelli del debito di Atene di 33 punti percentuali negli ultimi tre mesi del 2011.
Per il 2020, il piano prevede una riduzione del debito della Grecia al 120% del PIL. Un obiettivo ambizioso e, per molti, irraggiungibile. Le politiche di austerità imposte quale contropartita all’aiuto dell’Europa e del Fondo Monetario Internazionale contribuiscono ad inabissare il paese, sprofondato ormai in una nuova recessione. Questa settimana, il governo greco e i rappresentanti della Troika (UE-BCE-FMI) sono giunti ad un accordo sulla quantità di denaro che il paese dovrà trovare (in altri termini, i nuovi tagli) nel corso dei prossimi due anni: 11,6 miliardi di euro.
Il salvataggio della Grecia solleva molte critiche in Europa. Dopo l’outlook negativo di Moody’s sulla Germania, e la minaccia di un declassamento del rating che comprometterebbe il rating tripla A del paese, Atene, la più indebitata della zona euro (in rapporto al PIL), è di nuovo sul banco d’accusa. E fonte di massima preoccupazione .