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Tim, Vivendi nuovamente all’attacco della governance

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Tim è ancora una delle aziende più solide presenti in Italia, ma la svalutazione dell’avviamento domestico che ha portato ad una perdita di 800 milioni  la cui conseguenza è stata una chiusura dei conti del trimestre al ribasso si è fatta sentire, dando spazio a Vivendi per attaccare la governance.

Purtroppo chi si aspettava una tregua per il bene della società tra Vivendi ed Elliott si è dovuto ricredere. E’ inutile dire che attraverso una nota la società francese dà buona parte della colpa di questa situazione non ideale al fondo, incolpandolo anche del crollo del titolo in Borsa dello scorso venerdì:

I risultati mostrano la totale disorganizzazione della società e il fallimento della nuova governance. I risultati dimostrano che il fondo attivista, che aveva promesso molti miglioramenti, ha messo in atto una politica di performance di breve termine che non ha mantenuto le sue promesse. E questo è riflesso nel prezzo delle azioni. [Vivendi è inoltre] estremamente preoccupata per il basso livello delle azioni di Tim che riflette il deterioramento dei risultati rispetto al piano industriale. Gli amministratori della lista di Elliott mettono a rischio la società[…]: questo atteggiamento irresponsabile è una nuova prova dell’attuale governance di Elliott.

L’ad Amos Genish, dal canto suo, ammette che il terzo trimestre del 2018 sia stato effettivamente uno dei più difficili a causa della decisione della vigilanza sul cambio della fatturazione e l’avvio dell’attività di Iliad in Italia: Certo, vi sarà qualche rivisitazione del piano triennale al fine di raggiungere meglio gli obiettivi nonostante le problematiche. spiega, ma questo non deve al momento preoccupare.