Che cosa sono i tassi d’interesse? Il tasso d’interesse, definito anche saggio d’interesse, è la somma di denaro che viene corrisposta a un prestatore in linea con la somma di capitale prestato e il lasso di tempo in cui il capitale viene trattenuto. Il tasso d’interesse può essere dunque definito come la differenza tra la somma finale (montante) che il debitore si impegna a restituire al prestatore e la somma di denaro ricevuta. Si parla di interesse semplice quando non viene aggiunto interesse all’interesse già maturato, si parla invece di interesse composto quando, invece di essere pagato o riscosso, è aggiunto al capitale iniziale che lo ha prodotto. Il tasso d’interesse reale, invece, si basa sulle azioni che un soggetto finanziatore avrebbe potuto mettere in atto se non avesse prestato capitale ad un creditore, senza tener conto dell’inflazione. Per questo il soggetto finanziatore esige un premio dal debitore per aver rinunciato a una quota di capitale. Tale tipo di tasso è influenzato da tre variabili: grado di necessità di consumo del soggetto finanziatore, la capacità del capitale di generare un rendimento positivo, il rischio correlato al finanziamento. Il tasso nominale è quello imposto su un contratto di prestito, finanziamento o mutuo e viene deciso da banche, solitamente su base annua. L’imposizione del tasso d’interesse non è una pratica libera e discrezionale: colui che presta denaro non può chiedere un interesse che non rientri nella fascia empiricamente ricavata in base alla media trimestrale praticata nel mercato di riferimento. Per questo motivo un tasso d’interesse del 150% superiore al tasso mediamente calcolato costituisce usura.