Il tanto atteso summit UE è ormai archiviato, ma purtroppo, mentre qualche progresso è stato fatto, non tutti i dettagli sono stati snocciolati. Ecco un aggiornamento sulle tre questioni principali che sono stati oggetto di discussione da parte dei ministri delle finanze dell’UE lo scorso fine settimana.
Ricapitalizzazione della banche
La Germania è stata in grado di far rispettare le sue richieste, ovvero che la responsabilità della ricapitalizzazione delle banche ricada sugli azionisti in primis.
L’European Financial Stability Facility (EFSF), il fondo di soccorso della zona euro, potrà essere utilizzato solo quando gli sforzi degli azionisti, e dei governi locali in seconda istanza, non saranno più sufficienti.
Svalutazione del debito greco
Il Primo ministro greco George Papandreou ha esortato una “soluzione definitiva” per la crisi del debito in Grecia. Questo in sostanza significa che vuole che gli obbligazionisti accettino maggiori svalutazioni sul debito greco al fine di alleviare il carico che grava sui cittadini greci.
I ministri delle finanze hanno chiesto un haircut del 50%, mentre la Germania sollecita una riduzione di almeno il 60% del valore delle obbligazioni greche.
Si prenda atto del fatto che quando fu accordato il secondo salvataggio alla Grecia nel mese di luglio, l’ ipotesi era che titoli greci fossero svalutati del 21%. Sarà interessante vedere risponderanno le banche.
Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF)
Per quanto riguarda l’EFSF, l’Unione europea ha sostanzialmente lasciato aperte due opzioni principali.
La prima prevede una sorta di garanzia per quegli investitori che hanno già acquistato le obbligazioni delle nazioni indebitate della zona euro. Questa opzione potrebbe limitare il rischio per gli investitori perché consentirebbe loro di richiedere il risarcimento (una sorta di assicurazione) in caso di default.
La seconda comporta la creazione di un nuovo e separato fondo, che sarebbe finanziato da enti privati e da altre istituzioni finanziarie, utilizzato per finanziare le nazioni europee indebitate. Naturalmente, anche parte del denaro dell’ EFSF sarebbe utilizzato nel fondo.
Questi tre aspetti sono fortemente correlati. L’ importo utilizzato per la ricapitalizzazione delle banche dipenderà dalle dimensioni delle perdite che il settore privato sarà disposto ad accettare sui titoli greci. Contestualmente, l’espansione e lo sviluppo del programma EFSF dipenderebbe in gran parte dal fabbisogno delle nazioni indebitate, se i rendimenti obbligazionari dovessero continuare a crescere e i timori della diffusione di un contagio acuirsi.
Il tempo stringe. Si deve agire in fretta.
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