La settimana che si concluderà domani non è stata certo una di quelle che verranno ricordate con maggior piacere per quel che concerne le performance del dollaro canadese: l’economia locale è in fase di rallentamento, ancor più di quanto previsto da analisti ed economisti, senza dimenticare il fiscal cliff che sta esercitando una forte pressione sugli Stati Uniti (maggior partner commerciale del Canada). Anche una decina di giorni fa il dollaro canadese era in ribasso a causa del petrolio, stavolta bisogna approfondire ulteriormente i motivi del calo.
In particolare, il Loonie ha perso terreno dopo che il governatore di Bank of Canada, Mark Carney, è stato nominato come nuovo numero uno della Banca d’Inghilterra, tanto che ora sarà difficile trovare un suo sostituto ad Ottawa. In aggiunta, i rendimenti dei titoli obbligazionari sono scesi come non accadeva da ben dieci mesi, con gli investitori che preferiscono associare la sicurezza valutaria ad altre divise. In particolare, essi intendono stare alla larga dalla volatilità e dalla speculazione (la speculazione fa crollare il dollaro canadese). Il deprezzamento complessivo degli ultimi cinque giorni è stato pari a 0,2 punti percentuali, con la quotazione complessiva nei confronti della moneta verde che è giunta fino a 99,44 centesimi. Tra l’altro, questo stesso livello ha continuato a oscillare tra i 99,06 e i 99,62 centesimi, vale a dire il range più stretto dal settembre del 1996, nonostante il rafforzamento delle due precedenti settimane.
Attualmente, un dollaro canadese è in grado di acquistare 1,0056 dollari americani. Un utile indicatore delle ultime performance è stata senza dubbio la volatilità delle opzioni a tre mesi, visto che il ribasso in questione non veniva registrato da oltre undici anni. La tremenda incertezza del post-Carney si sta facendo ancora sentire in maniera decisa, ma i dubbi dovranno essere sciolti nel corso della prossima settimana e anche in quel caso si valuterà attentamente la reazione della moneta nordamericana.