Sud America, la Cina rimpiazza (e supera) Washington. Il Dragone a caccia di Energia

La metà delle esportazioni dell’America Latina finiscono in Oriente. Europa e Stati Uniti stanno lentamente perdendo influenza. Se negli anni scorsi la mano degli yankee ha mantenuto il controllo sulla gran parte della regione, d’ora in poi Washington dovrà fare i conti con il Dragone, sempre più affamato di energia.

Il simbolo di questo cambiamento è la miniera di Toromocho (foto), sulle Ande. Il complesso sarà costruito entro il 2012 dal colosso Chinalco che trasporterà il materiale estratto via mare fino in Cina. Un affare costato 2,2 miliardi di dollari mal visto dagli abitanti che accusano i cinesi di speculare sulle risorse peruviane in cambio di spiccioli.

Nei primi sei mesi dell’anno la Cina è diventato il più grande mercato per le esportazioni brasiliane, di soia e non solo. A maggio il presidente brasiliano Lula e il suo omologo Hu Jintao hanno concluso un accordo secondo il quale la Sinopec e la China development bank presenteranno alla Petrobas, la petrolifera di Brasilia, un assegno da 10 mld di dollari in 10 anni per 200mila barili di petrolio al giorno.

Ora è facile capire perché Cina e Brasile hanno insistito tanto per affossare l’egemonia del dollaro. Da qualche mese gli scambi tra i due paesi avvengono in moneta locale. E a quanto pare la “puntura” al potere del biglietto verde ha raggiunto anche il cuore di Washington che, distratta dal Medio Oriente, sta perdendo uno dei suoi “tradizionali” terreni di conquista.