Cinque tra i più importanti gruppi di credito al mondo (ovvero JP Morgan Chase, Citigroup, Barclays, Royal Bank of Scotland e Ubs) starebbero trattando gli ultimi dettagli dei rispettivi accordi al fine di mandare in archivio le accuse relative scandalo Libor, riguardante la presunta manipolazione dei tassi di cambio delle valute sul mercato del Forex.
Appare opportuno ricordare i passi salienti della vicenda: un anno fa un’inchiesta fece molto scalpore e divenne una pietra angolare per la costruzione di un forte scandalo sul mercato medesimo. Circa dodici mesi fa venne accertata la manipolazione del Foreign Exchange Market, sulle cui piattaforme vengono scambiate quotidianamente valute per un totale che oltrepassa i cinque miliardi.
Un volume di gran lunga (circa dieci volte) superiore a quello di vendita all’interno delle varie Borse, anche se messe tutte insieme in un’unica somma. L’accusa ai trader di alcuni tra i più grandi istituti creditizi era quella di scambiarsi informazioni attraverso messaggi istantanei e operare sul mercato in virtù degli ordini ricevuti accordandosi su tassi di riferimento utilizzati dai grandi fondi pensione o dai fondi di investimento.
Con questo accordo le banche, tramite i loro trader, saldavano i propri scambi in moneta estera.
Tuttavia lo scandalo non riguarda solo le grandi banche. Ad essere coinvolte sono anche le istituzioni finanziarie nazionali: la Banca d’Inghilterra ha dichiarato di aver destituito il responsabile del settore valute Martin Mallett successivamente all’indagine indipendente avviata a seguito delle accuse di manipolazione del mercato cambi operato da diverse banche internazionali.
Quali sono le novità?
Come scrive il Financial Times, potranno pagare complessivamente oltre 5 miliardi di dollari nell’ambito dell’intesa che potrà essere annunciata mercoledì. Stando alle stime della banca dei regolamenti internazionali, il trading sul mercato Forex vale circa 5.300 miliardi di dollari al giorno.
Secondo il quotidiano finanziario, Barclays verserà quasi 2 miliardi di sterline alla Financial conduct authority britannica e alle autorità americane (Dipartimento di Giustizia, Federal Reserve, Commodity futures trading commission e Dipartimento servizi finanziari dello Stato di New York).