Sul mercato del Forex, tra le quarantuno monete monitorate, il rublo russo è quella più volatile. Lo si evince da un’analisi di Bloomberg, che calcolando la volatilità implicita a un mese e le attese degli investitori considera per la moneta di Mosca un tasso pari al 33%.
Il valore è doppio in confronto a quello inerente al real brasiliano e triplo in confronto alle fluttuazioni del rand sudafricano.
Lo scorso 7 novembre il rublo aveva sfiorato nuovi minimi storici sia in confronto all’euro che in confronto al biglietto verde americano. Il tasso di cambio USDRUB ha toccato il record di sempre a 48,60, dopo che la banca centrale russa ha deciso di non intervenire più sul mercato dei cambi con cessioni di riserve estere per fronteggiare il tracollo della sua divisa.
La sconfitta della moneta russa deriva da una serie di fattori di natura economico-finanziaria e geopolitica. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l’annessione della Crimea da parte del Cremlino, la Russia ha sofferto le pesanti sanzioni dall’Occidente che accusano Mosca di essere direttamente coinvolto nel conflitto ucraino. Così l’agenzia americana:
Da un punto di vista finanziario vanno ricordati i deflussi di capitali record, che solo a settembre avevano toccato gli 85 miliardi di dollari (nel 2013 erano stati in tutto 61 miliardi, principalmente a causa dell’avvio del tapering negli Stati Uniti). Secondo gli esperti, il 2014 potrebbe portare a una fuga di capitali dalla Russia pari a circa 130 miliardi di dollari. Sul fronte economico il paese è in stagnazione, a causa della caduta dei prezzi del petrolio. Le entrate statali della Russia dipendono per quasi il 50% da petrolio e gas. Tuttavia il forte deprezzamento del rublo ha evitato la crisi fiscale e ha addirittura migliorato il surplus di bilancio del 70%.