La Germania è a rischio recessione? Secondo quanto è stato recentemente formulato, l’ipotesi – pur lontana – non sarebbe del tutto da escludere. Basta d’altronde leggere, forse pessimisticamente, tra le righe delle dichiarazioni del ministero dell’Economia tedesco, che qualche giorno fa ha reso noto il dato sulla produzione industriale tedesca di novembre, cresciuta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente, con un dato significativamente inferiore al +1 per cento atteso dagli economisti, e con una contrazione su base annua che è stata pari a 2,9 punti percentuali.
In particolare, a trascinare in forte ribasso la crescita del dato sarebbe stata la produzione dei beni di consumo, diminuita del 2,2 per cento, evidenziando così che l’industria tedesca sta pagando pegno per la crisi dei consumi, dovuta alle politiche di austerity imposte dallo stesso governo tedesco in ambito comunitario.
Montano, pertanto, i dubbi che le politiche di austerità abbiano effettivi vantaggi. Gli economisti della Societe Generale, sulle pagine di MF, hanno attribuito il deludente risultato delle nuove tattiche agli “effetti dell’aumento dell’Iva in Spagna a settembre, effetti che si sono sentiti in tutto il continente, in particolare nel settore automobilistico” (vedi anche Previsioni 2013 Germania).
Secondo i principali osservatori, l’incremento marginale della produzione industriale tedesca sarebbe un forte segnale di delusione dopo le flessioni viste a settembre e a ottobre, rafforzando la considerazione di un calo del Pil nel quarto trimestre. Stando a quanto affermato da Vincenzo Longo, market strategia di Ig, sulle stesse pagine del quotidiano, dopo il dato già ricordato, “non ci sono più dubbi sulla crescita negativa a cui va incontro la Germania nel quarto trimestre”, sebbene “gli indicatori Pmi sull’attività manifatturiera segnalano lievi possibilità di recupero nei primi mesi del 2013” che potrebbero evitare a Berlino la recessione di natura tecnica (vedi anche Economia Germania prime difficoltà).
Una recessione, quella tedesca, che alla luce di quanto sopra sembra ancora evitabile, ma potrebbe comunque non esser più uno scenario utopistico.