E’ stata finalmente conclusa l’offerta di scambio su 205 miliardi di euro di debiti che il Tesoro greco vanta nei confronti degli investitori privati. Un risultato che va al di là delle attese, visto e considerato che la percentuale di adesione finale è stata pari al 96,7%, e che i creditori hanno di fatto accettato di rientrare in possesso di una quota del loro debito nominale originario pari al solo 25%.
Con l’ultima transazione da mezzo miliardo di euro di pochi giorni fa, insomma, il totale delle adesioni è stato chiuso un livello che ha superato le più rosee aspettative. Tra gli aderenti ci sono state certamente le banche, che hanno rinunciato al 53% del loro credito ricevendo, per il resto della somma, bond a breve termine garantiti dal fondo salvastati, e titoli di debito greco a più lunga scadenza, permettendo così al governo di Atene di ristrutturare la propria esposizione passiva.
L’obiettivo dello swap era infatti quello di poter dare il via libera al nuovo maxi piano di aiuti alla Grecia, riducendo il rapporto deficit – Pil della nazione al di sotto del 120% entro la fine del 2020.
► RINVIATO TERMINE PER SWAP GRECIA
Ad essere coinvolti dalla mega operazione anche 70 mila risparmiatori italiani, esposti per circa un miliardo di euro con la Grecia. I risparmiatori tricolori sono stati costretti (sostanzialmente) ad accettare le condizioni imposte dalle banche e dal Tesoro di Atene, che grazie alla forte adesione al piano ha fatto scattare il meccanismo che obbliga anche i creditori non aderenti ad adeguarsi.
► MERKEL-MONTI PER LA CRESCITA
Ma come cercare, allora, di recuperare quanto perduto? Secondo gli esperti, c’è ben poco da fare nei confronti di Atene; l’unica speranza potrebbe essere quella di rivolgersi al proprio istituto di credito, nel caso in cui vi possano essere margini di contestazione sulle modalità di collocamento dei bond greci.