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Ripresa dal secondo semestre 2013 – Draghi

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 La ripresa economica verrà avviata nel secondo semestre 2013. Ad esserne convinto è anche il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che ha formulato qualche rassicurante previsione a margine della consueta conferenza stampa che ha seguito la riunione del board Bce, nella quale l’istituto europeo ha scelto di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento sulle operazioni di rifinanziamento principali, su quelle di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale (pari ancora allo 0,75%, all’1,50% e allo 0%).

In tale occasione Draghi ha ribadito che la ripresa in Europa inizierà nella seconda parte dell’anno, “con la debolezza economica che prevarrà nella prima parte dell’anno”. Per quanto attiene all’inflazione, le pressioni dovrebbero rimanere contenute, e di conseguenza i target precedentemente diramati dovrebbero essere ancora attendibili (vedi anche Riduzione spesa pubblica: l’invito di Draghi).

Stando al numero 1 della Bce il rimborso della prima Ltro riflette “il miglioramento della fiducia dei mercati”, mentre sul fronte del recente apprezzamento dell’euro, il presidente ha affermato che questo “è un segnale di ritorno” della fiducia dei mercati nell’eurozona, e che i tassi di cambio “devono riflettere i fondamentali dell’economia”. Infine, Draghi ha sottolineato come non vi sia un target sull’euro, e che la valuta unica europea sta scambiando nella media di lungo termine (vedi anche Previsioni Draghi sull’Eurozona).

Non sono mancati i commenti sulla difficile vicenda del Mps e del conseguente ruolo di Bankitalia, che era guidata proprio da Draghi fino all’incarico di numero 1 della Bce. Sulla vicenda Draghi ha affermato che “la Banca d’Italia ha fatto tutto quel che doveva in maniera appropriata e tempestiva”, citando i documenti che erano stati forniti dalla
stessa Bankitalia e dal Fmi. Inoltre, ha chiuso Draghi, “è stata la Banca d’Italia a fornire alla magistratura i documenti” sulla base dei quali sono partite le indagini, e non sarebbe comunque imputabile all’istituzione monetaria italiana alcun potere di polizia.