Le valute del continente asiatico sono cresciute come non accadeva da quattro mesi grazie soprattutto all’ottimismo suscitato dalle nuove misure economiche promesse dalla Cina e dagli Stati Uniti: si tratta dei due principali mercati per le esportazioni della regione, dunque non ci si deve stupire più di tanto se il rialzo monetario dei paesi emergenti è stato tanto deciso. Le migliori performance tra le valute asiatiche sono state senza dubbio quella del ringgit malese e del dollaro di Taiwan. Entrando maggiormente nel dettaglio della situazione, c’è da dire che entrambe le divise hanno raggiunto il loro picco più alto dallo scorso mese di maggio (il dollaro di Taiwan aveva già chiuso in positivo la scorsa settimana), alla luce degli ultimi annunci del premier cinese Wen Jiabao.
In particolare, quest’ultimo ha reso noto come l’ex Impero Celeste sfrutterà dei nuovi interventi per potenziare la propria crescita interna. I fondi globali hanno già provveduto ad acquisire 650 milioni di dollari in titoli azionari che fanno riferimento all’India, alla Corea del Sud, a Taiwan e alle Filippine, aumentando l’importo totalizzato nel corso di questo 2012. La speculazione relativa alla seconda economia internazionale è stata evidente, dunque la settimana appena cominciata potrà essere nuovamente foriera di successi per la regione.
Il balzo in avanti del ringgit è stato quantificato in 0,5 punti percentuali, per una quotazione complessiva di 3,0742 ringgit in cambio di un dollaro americano presso la Borsa di Kuala Lumpur. Allo stesso tempo, il baht thailandese è stato protagonista di un +0,4%, la stessa percentuale di incremento che si riferisce al dollaro di Taiwan. Il quadro è stato poi completato dal guadagno del peso filippino (+0,3% per la precisione), con un livello (41,445 pesos) mai visto dall’aprile del 2008 ad oggi. Se, infine, si guarda alle nazioni più importanti, ci si accorge che il won coreano è riuscito a ricavare 0,2 punti percentuali.