L’asta odierna dei titoli di Stato della Spagna ha visto un collocamento pari a 3,56 miliardi di euro (contro i 3,5 miliardi di euro previsti) per la scadenza a 12 mesi. Il rendimento medio è sceso a 3,918%, in netto calo rispetto al precedente 5,074% di Giugno scorso.
In discesa anche il rendimento sui titoli a 18 mesi, che dal precedente 5,107% si è ridotto fino a raggiungere il 4,242%, confermando l’andamento generalmente positivo dei collocamenti di quest’estate 2012. Nonostante i rendimenti si sono confermati in discesa a fronte di una domanda che è riuscita ancora una volta a coprire l’importo offerto, la tensione non accenna a scendere ed il pericolo legato all’insolvenza dei titoli di Stato dell’area Euro spaventa ancora gli investitori esteri, deviati ormai da un’informazione generale che ha enfatizzato i lati deboli dell’Euro.
I continui allarmi lanciati dal Fondo Monetario Internazionale, insieme ai bollettini della BCE che evidenziano la disoccupazione e la crescita completamente assente hanno contribuito a creare un clima di sfiducia che ora sembra irreversibile. Anche se gli investitori hanno accettato i tassi di interesse più contenuti rispetto alla precedente emissione, non è detto che questi siano disposti a scendere ancora sotto le soglie di pericolo e già durante il mese di agosto prossimo la raccolta sui titoli di medio-lungo termine potrebbe diventare difficoltosa.
Attualmente il dato più preoccupante è legato alla distanza netta che si è creata tra i Paesi membri dell’Unione Europea; i rendimenti pericolosamente alti di Spagna ed Italia ad esempio sono estremamente distanti dal punto di riferimento Europeo ovvero il Bund tedesco, che invece ha ancora tassi di interesse che sfiorano il paradosso in prossimità della negatività.
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