La recessione globale non è un’ipotesi lontana come potrebbe apparire in un primo momento. A dirlo è l’autorevole voce dell’economista Michael Spence, secondo cui l’economia globale ha attualmente il 50% di probabilità di poter cadere in un’altra fase recessiva, trainata dal deterioramento delle condizioni di sviluppo e di crescita riscontrabili in Europa e negli Stati Uniti.
Una situazione pertanto ancora molto delicata, con prospettive che non sono affatto rosee. Intervistato da Bloomberg, Spence ha infatti affermato di essere “abbastanza preoccupato” dall’evoluzione degli scenari internazionali, poiché un continuo calo della crescita in Europa e negli Stati Uniti, che catalizzano gran parte del mondo industrializzato, potrebbe abbattere anche le speranze di una forte crescita di altre aree globali, come la Cina.
Di conseguenza, il tracollo di USA ed Europa porterebbe il Pianeta verso una nuova fase recessiva, che penalizzerà tutti, comprese le economie emergenti, che nel corso degli anni pre-crisi, e anche all’inizio di questa fase di criticità, si erano invece contraddistinte per trend di crescita piuttosto corposi.
Ancora, le dichiarazioni di Spence si sono concentrate sul delicato ruolo della Federal Reserve, che stando all’economista al giorno d’oggi non avrebbe margini di manovra piuttosto ampi. Pertanto, perfino l’istituzione monetaria federale per eccellenza dovrebbe incontrare difficoltà in un efficiente intervento se la situazione non dovesse migliorare nel breve termine nelle sue fondamentali, come l’andamento del mercato occupazionale. Infine, un consiglio alle banche, che dovrebbero abbandonare le loro ristrettezze creditizie al fine di incoraggiare i consumi privati e gli investimenti imprenditoriali.
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