Un interessante e stimolante esempio di moneta complementare può essere quello della città francese di Nantes: ci troviamo nel Dipartimento della Loira Atlantica, più precisamente in quella che viene definita la Bretagna storica. Ebbene, il comune transalpino in questione ha lanciato giusto un anno fa la sua valuta locale, appunto una scelta complementare rispetto all’euro che ovviamente circola e viene scambiato come in qualsiasi centro dell’eurozona (vedi anche Monete complementari: il circuito BexB).
Nonostante Nantes abbia seguito l’esempio della banca cooperativa svizzera Wir, con 60mila piccole e medie imprese che utilizzano un sistema di pagamento senza denaro cash, la scelta di cui si sta parlando ha rappresentato la prima volta in assoluto in cui una città europea ha avviato un esperimento su larga scala, destinato sia alle imprese che agli individui. Si tratta di una misura che fa capire quanto sia importante in questo momento puntare anche sugli scambi non monetari tra le società, una tendenza che diventa particolarmente visibile in tempi di crisi economica. A partire da questa estate (manca dunque davvero pochissimo al debutto), le aziende che hanno aderito al progetto avranno l’opportunità di pagare o essere pagate in una divisa alternativa, il Nanto. Sono necessarie comunque delle precisazioni.
Anzitutto, le imprese stesse non potranno accumulare queste monete o incassarle, ma vi sarà anche un sistema sanzionatorio ben preciso, visto che l’obiettivo è quello di fissare limiti per convergere verso un bilancio maggiormente aggiustato. Tutti i Nantos che non saranno spesi potranno essere utilizzati in un momento successivo per finanziare le organizzazioni no-profit. Uno dei traguardi più urgenti da raggiungere si riferisce all’accelerazione degli scambi tra le compagnie locali, tanto che i membri della Nanto Zone dovranno limitare l’uso del denaro contante, evitando così i relativi problemi e agevolando i contatti. Contrariamente a Wir, infine, tale sistema includerà anche gli individui, i quali potranno ricevere una remunerazione addizionale e dei bonus in tale moneta complementare.