Secondo quanto affermato dal Ministero del Commercio giapponese, la produzione industriale del Paese sarebbe inaspettatamente calata durante il mese di febbraio. La produttività degli impianti locali ha infatti ceduto 1,2 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel corso del mese precedente, dopo un incremento di 1,9 punti percentuali conseguito nel mese di gennaio, e contro una stima degli analisti internazionali pari a 1,3 punti percentuali. Si tratta pertanto di una evidente inversione di tendenza, che ha fatto sorgere più di qualche dubbio circa la tenuta di una possibile ripresa nel breve termine da parte dell’economia nipponica.
Ancora, un report del governo afferma come il tasso di disoccupazione sia calato a quota 4,5 punti percentuali, e come la variazione dei prezzi al consumo, escluso il pesce fresco, sia inaspettatamente cresciuta di 0,1 punti percentuali.
Uno dei principali nodi della crescita economica giapponese è rappresentato dalla possibilità di poter sfruttare i benefici delle politiche di ricostruzione avviate lo scorso anno dopo il terribile terremoto (e conseguente tsunami) che ha colpito l’arcipelago l’11 marzo. Una politica attiva che dovrebbe aiutare il governo a poter conseguire un importante rimbalzo dopo la contrazione riscontrata nel 2011.
Anche in seguito a tale interventismo, il prodotto interno lordo giapponese dovrebbe crescere di una percentuale annualizzata pari a 1,7 punti percentuali durante l’attuale trimestre, dopo una contrazione di 0,7 punti percentuali nell’ultimo trimestre dello scorso anno.
Abbandonando per un momento i confini giapponesi, e rivolgendo lo sguardo al resto dell’Asia, scorgiamo come la Corea del Sud abbia riportato una significativa flessione nella crescita della propria produzione industriale. Ne è scaturita una revisione al ribasso delle stime di sviluppo dell’output degli impianti locali, con dato pari a + 0,3 punti percentuali nel quarto trimestre del 2011, contro i precedenti + 0,4 punti percentuali.