Dopo aver toccato la settimana scorsa i minimi da 4 anni a 34 dollari, oggi il prezzo del petrolio risale sopra i 43 dollari, incoraggiato da un dollaro debole ed evidentemente anche dal taglio della produzione, per 2,2 milioni di barili al giorno, deciso il 17 dicembre dall’Opec. Secondo alcuni analisti ad influire su questo continuo saliscendi delle qutazioni del greggio, incida ancora una volta la speculazione, che adesso sembra scommettere per un rimbalzo tecnico vigoroso.
Ma è difficile pensare che anche nel caso questo rimbalzo si verificasse, possa essere duraturo, considerando il fatto che la situazione economica globale sembra volgere al peggio e che quindi la domanda di oro nero sia destinata a scendere anche per i prossimi mesi. Proprio per questo secondo molti esperti l’Opec potrebbe decidere una ulteriore taglio alla produzione, considerando che i paesi produttori considerano che un prezzo del petrolio equo sia sopra i 60 dollari al barile, ben lontano quindi dalle attuali quotazioni. Ma il mercato sembra restare assolutamente indifferente a questi tagli della produzione, considerando che il prezzo del greggio è continuato a scendere inesorabilmente, malgrado negli utlimi mesi siano stati operati ben tre tagli consistenti alla produzione giornaliera.