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Prezzi petrolio ai massimi storici

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 L’aumento dei prezzi del petrolio ha spostato l’attenzione dal “caso Grecia”, ed oggi rappresenta la nuova fonte di preoccupazione per gli investitori. Se l’attuale trend dei prezzi del petrolio dovesse persistere, la fragile ripresa economica del mondo sviluppato potrebbe rapidamente subire una nuova battuta d’arresti, mentre la minaccia dell’inflazione potrebbe tornare a riaffacciarsi sui mercati emergenti .

I prezzi del petrolio sono saliti a massimi storici in termini di euro e sterlina nei giorni scorsi, portandosi vicino alla soglia dei $147 al barile registrata nel 2008 (anno del crollo Lehman Brothers e della crisi finanziaria) e soprattutto a causa delle crescenti tensioni in Iran. Le sanzioni contro il Paese hanno già provocato problemi di approvvigionamento, fattore che senza dubbio ha contribuito ad innalzare i prezzi del petrolio. Tuttavia non è certamente l’unico. .

Il contratto sul Light Sweet Crude al Nymex di New York ha registrato un guadagno di quasi il 9 per cento nel mese di febbraio, mentre i futures sul Brent si sono impennati di oltre il 14 per cento il mese scorso. E’ chiaro che l’andamento dei prezzi dell’oro nero non è solo il risultato delle tensioni geopolitiche.

Gli speculatori stanno spingendo (e giocando) al rialzo, approfittando dei timori circa l’interruzione delle forniture nel Golfo Persico, che ancora non si sono concretizzate. Stanno comprando i due terzi dei contratti futures mentre gli utenti finali solo un terzo, quando di solito è il contrario.

Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno producendo più petrolio di quanto abbiano fatto in anni. La quantità di riserve a disposizione è nettamente superiore alle previsioni. Come frenare la speculazione e far scoppiare la bolla speculativa? Una soluzione potrebbe essere quella di riversare una parte delle riserve di petrolio nel mercato, al fine di abbassare i prezzi.

Ma è sempre una cattiva notizia quando il prezzo del petrolio aumenta? A volte un incremento dei prezzi può essere attribuito al miglioramento della crescita economica (in altri termini quando i consumatori hanno più soldi per la benzina). Tuttavia, nella situazione attuale, gli analisti ritengono che i prezzi elevati del petrolio possano prendere (e pretendere) un tributo significativo sulla crescita economica globale.

Si considerino le economie emergenti, per esempio. Mentre l’energia che producono economie come la Russia e il Brasile stanno beneficiando (attraverso maggiori entrate) della recente impennata dei prezzi del petrolio, le altre economie dipendenti dal petrolio rischiano di non godere della stessa fortuna.

Le spese per il petrolio di solito occupano una fetta consistenti dei costi di produzione complessivi sostenuti dai mercati emergenti. Quindi, se il petrolio continua ad aumentare, la crescita economica potrebbe presto soffocare. Le importazioni di petrolio di Ungheria, Thailandia e Corea del Sud superano già il 5% dei rispettivi PIL nazionali!

Nemmeno gli Stati Uniti sono immuni da rischi: secondo voci di corridoio la crescita negli Stati Uniti potrebbe precipitare tra lo 0,2% e lo 0,3% per ogni $ 10 di aumento del greggio. E cosa dire del potenziale impatto sulla zona euro? I leader del G20 hanno già espresso le loro preoccupazioni in merito.

Il petrolio è la droga che scorre nelle vene dell’economia globale in quanto è una fonte importante di energia…e non se ne può fare a meno. Pensate che i prezzi del petrolio si stabilizzeranno presto, e che, in partem se stiamo già vedendo i segni di una correzione? O forse i petrolio continuerà a salire,a meno che l’Iran e l’Occidente superino le loro differenze e controversie? O magari state già pianficando di acquistare su un fisiologico ritracciamento…