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Previsioni prezzo petrolio 2012

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 I prezzi del greggio potrebbe salire anche quest’anno, ma quanto e in che misura dipende da una moltitudine di fattori, tra cui la crescita economica, l’evolversi della situazione in Europa e questioni di natura geopolitica.

La domanda proveniente dai mercati emergenti dovrebbe mantenersi stabile e forte mentre vi sono numerosi elementi di rischio, dal lato dell’offerta, strettamente connessi  alle problematiche nel vicino Oriente. Esistono così tante variabili nel mercato del petrolio, e quindi fattori potenzialmente influenti – sia endogeni che esogeni – che gli analisti di mercato consigliano ai potenziali investitori di essere pronti e svegli e di prestare la massima attenzione. La strategia per il 2012 è tutt’altro che chiara: i fattori che muovono la domanda/offerta, da un punto di vista macroeconomico, geopolitico e fisico,  sembrano tutti puntare in direzioni diverse. Molti analisti si aspettano che il 2012 sarà un anno molto volatile, caratterizzato da elevati livelli di rischio.

Per gli osservatori di mercato l’evento da seguire con maggiore attenzione, sul versante della domanda, è lo sviluppo della situazione in Europa: in altri termini, si tratta di capire se i politici riusciranno (oppure no) a giungere ad un accordo su come affrontare e risolvere il problema del debito sovrano. Dal lato dell’offerta, gli eventi geopolitici potrebbero rappresentare il focus principale, con l’Iran e le possibili sanzioni sul paese da parte degli Stati Uniti e dell’Europa tra gli aspetti di maggiore rilievo.

I prezzi del greggio dovrebbero rimanere a livelli elevati nel 2012, con i prezzi del Brent intorno a 114 dollari al barile. Ma non tutti sono concordi e si dimostrano così positivi sui prezzi. TD Securities stima che i prezzi del greggio WTI si attesteranno su una media di 95 dollari al barile nel 2012, con il Brent a $ 105. Allo stesso modo, Morgan Stanley vede il prezzo del Brent a circa $ 100.

La probabilità di una recessione europea e i potenziali effetti a cascata sul resto del mondo potrebbero far impennare i prezzi del greggio, secondo alcuni analisti. Anche se gli Stati Uniti riuscissero a scampare il pericolo e ad evitare il contagio, la crescita nel Paese dovrebbe essere comunque lenta. Infine, la Cina è ancora alle prese con gli effetti della stretta monetaria. Anche con questi venti contrari, i prezzi del Brent non dovrebbero tuttavia cadere sotto i 100 dollari.

Morgan Stanley si dichiara ribassista sul petrolio nel breve termine, perché la domanda di energia dipende fortemente dalla crescita del PIL. La società ha detto che l’offerta dovrebbe incrementare mentre la domanda rallentare nella prima metà del 2012: la combinazione di questi due eventi potrebbe spingere al ribasso i prezzi. MS stima un prezzo di $ 75 per il petrolio Brent.

Una cosa è certa: gli elementi in gioco sono così numerosi, che l’intero quadro potrebbe cambiare drammaticamente. E’ difficile cercare di abbozzare previsioni perché vi sono svariati fattori capaci di mutare le dinamiche in atto – dall’Iran al clima, dal’economia all’Europa, dal dollaro alla Fed – e, in ultima analisi, fare la differenza.

Sul fronte rialzista, i prezzi del petrolio potrebbero trarre vantaggio se Israele attaccasse l’Iran, l’economia americana iniziasse a crescere più rapidamente del previsto, se tutta la capacità inutilizzata dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio fosse usata, se la situazione in area euro migliorasse, o, ancora, se il settore bancario si rafforzasse… Se solo un paio di questi fattori si concretizzasse, allora si potrebbe assistere ad un’impennata dei prezzi, fino a $ 120-130. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia, ovvero uno scenario negativo per i prezzi del greggio: una rottura dell’UE, un clima invernale mite anzichè rigido…

Infatti, la volatilità dei prezzi sarà una protagonista del quadro di trading nel 2012. Il caso ribassista potrebbe significare una caduta potenzialmente al di sotto dei $ 70 per i prezzi del Brent, nel caso in cui la zona euro cadesse a pezzi, innescando una recessione negli Stati Uniti e costringendo la Cina ad un atterraggio duro.

Al contrario, un enorme rischio geopolitico a causa della “primavera araba” in generale e della questione nucleare iraniana, in particolare, potrebbe spingere i prezzi sopra i $ 200 per il Brent. Inoltre, con le truppe statunitensi che stanno lasciando l’Iraq, c’è la possibilità di una ulteriore destabilizzazione della regione. Oltre alle possibili sanzioni contro l’Iran, l’offerta globale è debole anche a causa dell’embargo sul petrolio siriano, del minor tasso di carico in Sudan in virtù dei conflitti interni al paese e dei disordini in Nigeria.

Il mercato del petrolio è ancora in fase di transizione. I movimenti sociali come “Occupy Wall Street” e la Primavera Araba potrebbero svolgere un ruolo in un disegno più grande. Come facciamo a sapere come si inseriranno nel contesto globale?

Gli investitori devono stare molto attenti. Gli osservatori di mercato hanno affermato che è importante utilizzare le strategie di copertura che proteggono contro il “tail risk” su entrambi i lati. TD Securities raccomanda in tal caso di utilizzare l’opzione chiamata “long strangle“, che può proteggere contro tale volatilità. La strategia è composta da una long call e una long put con medesima scadenza, ma con prezzo strike diverso. Lo strike della call deve essere, infatti, superiore al prezzo strike della put. Per fare questo, essi raccomandano l’acquisto di $ 55 puts a dicembre 2012 e l’acquisto di $150 calls alla medesima scadenza.