Tempi duri per le maggiori economie europee. Dopo la revisione (al ribasso) delle previsioni di crescita dell’economia dell’eurozona da parte della Banca Centrale Europea, è la stessa Bundesbank ad ammettere che, probabilmente, anche le previsioni della crescita economica tedesca sono da tagliare. Una doccia fredda che non è piaciuta ai macroeconomisti tedeschi e, ovviamente, nemmeno ai mercati finanziari, che hanno gelato le piazze continentali.
La Germania è riuscita a crescere fino al terzo trimestre dell’anno (questo è invece uno dei nostri tanti focus recenti sull’economia italiana), con una spinta che tuttavia non è riuscita a compensare la recessione della zona mediterranea, che ha a sua volta portato al ribasso la crescita globale dell’eurozona. “Il giorno dopo che la Bce ha portato in negativo la stima 2013 per la zona euro, la Buba ha detto di aspettarsi +0,4% la crescita tedesca, rispetto al +1,6% di giugno” – sottolineava L’Arena pochi giorni fa – “La Bundesbank si aspetta una crescita più vigorosa nel 2014. La produzione industriale è scesa del 2,6% a ottobre mentre i mercati attendevano un dato piatto, ed è la Bundesbank ad anticipare un calo del Pil nell’ultima parte di quest’anno. Non si esclude che la locomotiva tedesca possa finire in recessione, contagiata da quella in corso in Grecia, Spagna, Portogallo e Italia”.
In questo scenario torna a farsi probabile un nuovo taglio dei tassi di interesse, con la Bce che starebbe pensando di pianificarlo per la prima parte del 2013, e non prima, anche al fine di evitare di fornire ai mercati finanziari troppi e contemporanei segnali negativi.
La revisione al ribasso delle stime di crescita della Germania sembra tuttavia esser sufficiente per far ripiombare nella depressione le previsioni più ottimistiche circa la lenta uscita dalla crisi dell’eurozona. Vedremo insieme a voi, nel corso delle prossime settimane, quale sarà l’evoluzione di questo contesto che appare farsi sempre più difficile.