Torniamo oggi a parlare dell’oro, commodity che, negli ultimi tempi, sta trovando molto spazio sul nostro sito. L’occasione ci è fornita da quanto sta accadendo nelle attuali settimane, con inaspettate difficoltà di quello che è ad ogni modo considerato un bene rifugio per eccellenza, il quale sta subendo la profonda concorrenza da parte del dollaro statunitense, in corso di forte apprezzamento (nonostante qualche patologica parentesi di incertezza) nei confronti di tutte le principali valute di scambio a livello internazionale.
L’oro sta attraversando il momento più difficile degli ultimi dieci anni, smentendo tutte le precedenti previsioni che invece volevano il lingotto in corso di nuovo e continuo potenziamento anche nella primavera inoltrata. Su tutte, sembra essere totalmente stralciata la stima compiuta sette mesi fa da Bank of America, che – seppur aveva previsto un peggioramento della crisi del debito europeo – non aveva stimato correttamente l’andamento delle quotazioni dell’oro, prevedendo addirittura un prezzo di 2.000 dollari l’oncia.
La stessa banca, avendo affrontato la dura smentita dei fatti, ha ora ripiegato su più miti posizioni, prevedendo comunque che entro l’anno, o al massimo entro il prossimo, l’oro riprenderà la sua corsa al rialzo. Bank of America prevede infatti che la Federal Reserve potrebbe intervenire già nel corso dei prossimi mesi con una nuova politica monetaria finalizzata a deprezzare il dollaro, scongiurando in tal modo i rischi per il commercio internazionale che una valuta verde eccessivamente potente potrebbe generare.
Insomma, considerando queste prospettive, non c’è da stupirsi che molti uomini d’affari (come George Soros) abbiamo scelto proprio questo momento per investire sull’oro. È probabile che il lingotto possa perdere ancora del terreno utile, ma se l’orizzonte temporale dell’investimento è superiore ai 12 mesi, la quotazione dell’oro sembra essere in grado di generare importanti soddisfazioni a chi impiegherà nelle riserve auree i propri risparmi.
