C’è particolare dubbio e interrogativo sulla sostanza delle previsioni che la Federal Reserve ha diramato in merito alla crescita economica degli Stati Uniti nel corso del 2012. Secondo l’istituto monetario, infatti, il prodotto interno lordo del Paese nordamericano dovrebbe svilupparsi all’interno di una forbice compresa tra i 2,4 punti percentuali e i 2,9 punti percentuali.
Una stima che tuttavia sarebbe superiore a quanto previsto dai principali analisti di Wall Street, che non credono che l’economia statunitense riesca a metter la testa avanti alla linea immaginaria dei 2,5 punti percentuali. La media delle stime realizzata dai Blue Chip Economic Indicators sostiene infatti che l’economia Usa nel 2012 non andrà oltre i 2,3 punti percentuali, e la stragrande maggioranza degli osservatori ambisce comunque a un ritmo di crescita non in grado di superare la metà della forbice di stima della banca centrale.
In altri termini, stando così le previsioni, ne deriva una situazione particolare: la Federal Reserve, contrariamente a quanto accaduto diverse volte nel recente passato, sembra essere più ottimista di Wall Street nel prevedere una crescita economica americana più sostenuta.
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Stime che fanno discutere gli analisti dei mercati finanziari, che si interrogano altresì sull’effettiva concretezza delle politiche affermate dalla stessa banca centrale, che lo scorso mese ha reiterato la propria volontà di mantenere i costi sui rifinanziamenti a un livello “eccezionalmente basso” almeno fino all’ultima parte del 2014. Ricordiamo, in proposito, che il tasso di interesse benchmark per i fondi federali è oramai prossimo allo zero dal dicembre del 2008, e che nel corso dello scorso mese di gennaio l’istituto guidato dal presidente Ben Bernanke ha di fatto prolungato il piano di mantenimento di tale tasso zero almeno fino alla metà del 2013. Più tardi, invece, la banca centrale ha ribadito l’intenzione di prolungare ulteriormente tale strategia, che non sembra convincere tutti gli osservatori.