Secondo quanto affermato un manager della Showa Denko, la domanda di alluminio, in Giappone e sul fronte internazionale, potrebbe rimanere stabile o, addirittura, subire una negativa inversione di tendenza. La motivazione è proprio da ricercarsi all’interno dell’arcipelago giapponese, con il Paese che è il più importante importatore dell’Asia, e che dovrebbe fallire nell’intento di recuperare i livelli conseguiti nel 2009.
La domanda dovrebbe rimanere particolarmente debole per i prossimi mesi, dopo esser scesa a quota 2 milioni di tonnellate metriche nel corso dell’ultimo anno fiscale. A confermarlo è stato Shunichi Shiraishi, amministratore delegato per il settore dell’alluminio della Showa Denko, che è altresì presidente della Associazione giapponese nel settore dell’alluminio. A marzo, la domanda dello stesso gruppo era stata data in previsione di incremento per 2,8 punti percentuali.
Le vendite nel mercato locale e internazionale di alluminio è cresciuta di 1,1 punti percentuali nei primi quattro mesi dell’anno, con un rallentamento della crescita dovuto principalmente alla flessione della domanda dell’industria automotive.
Per quanto concerne le sole statistiche per la società giapponese, la compagine ha stimato in 6 miliardi di yen il profitto operativo delle vendite di alluminio, su fatturato di 105 miliardi di yen. “La nostra industria è, comunque, in una difficile situazione” – conclude Shiraishi.
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Le esportazioni giapponesi di alluminio sono calate di 5,4 punti percentuali nei primi quattro mesi dell’anno. A gravare sull’andamento dell’export nipponico è stata la crisi del debito sovrano europeo, che ha falcidiato la domanda di prodotti di elettronica dalla Cina, riducendo di conseguenza la domanda per componenti giapponesi del metallo leggero.
“La domanda giapponese non dovrebber crescere oltre le previsioni a causa dell’approfondirsi della crisi del debito in Europa e del rallentamento della crescita economica cinese” – ha affermato Takaki Shigemoto, analista della JSC Corp. di Tokyo.