L’attenzione della BCE ma anche delle istituzioni mondiali potrebbe essere orientata in maniera completamente errata, secondo gli analisti di ING. Anche se l’attenzione mediatica si è riversata sulla Spagna, la situazione non è esattamente quella descritta dai media e questo è il motivo per cui le aste di titoli di Stato hanno risultati estremamente contrastanti, che vedono a fronte di una domanda sostenuta il raddoppio dei rendimenti.
Di certo la situazione non è delle migliori:
Sono bastati meno di cento giorni perché il nuovo Governo si trovasse a fronteggiare uno sciopero generale il 29 marzo e, alla luce delle ultime notizie e delle nuove misure di austerità previste, possiamo aspettarci nuove ondate di protesta
Da queste parole emerge che il malcontento si diffonde ed è possibile che nei mesi a venire la disoccupazione peserà più del dovuto e le misure prese fin’ora non saranno sufficienti. Da qui però al rischio default sembra esserci ancora un abisso, secondo i più; a rischiare veramente il tracollo finanziario sono invece Portogallo ed Islanda.
Il primo in particolare viene definito come una minaccia per l’intera Unione Europea; nel 2013 scade il Piano di Salvataggio del Portogallo, ed anche se sarà attivo il firewall Europeo bisognerà comunque convincere gli investitori sulla solvibilità dello Stato, anche se già ora si parla di una seconda tranche di aiuti al Paese, con il mercato che anticipa i tempi ed affonda l’Euro. Fondamentale poi la fiducia che la stessa eurozona darà al Portogallo; la Banca Centrale Europea ed il Fondo Monetario Internazionale dovranno in ogni caso stilare un nuovo piano di aiuti, su cui si misurerà il livello di rischio percepito.
►SPAGNA IN RECESSIONE TAGLIO AL RATING DI 9 BANCHE
L’attenzione mediatica attualmente è arrivata al Portogallo, passando per Grecia (in default controllato), Italia e Spagna, e non è detto che sia giunta al nucleo del problema dato che l’Eurozona stessa è molto confusa sulla reale situazione finanziaria del Vecchio Continente.
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