La Banca Centrale Europea ha scelto di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento, tagliando nel contempo le previsioni di crescita e d’inflazione nell’area euro. Contemporaneamente, il presidente Mario Draghi ha esplicitamente affermato di non avere intenzione di modificare la propria politica monetaria, mantenendola espansiva “finché ce n’è bisogno”. Vediamo allora quali sono le nuove previsioni BCE, e cosa dovrebbe accadere nei prossimi mesi.
Stando alle analisi compiute dal capo economista Peter Praet e dal suo staff, il futuro a breve termine non prometterebbe niente di buono, con una contrazione dell’economia dell’Eurozona dello 0,5% nel 2013, lo stesso che nel 2012. “A dicembre” – ricordava in proposito la Bce – “la previsione della Bce era di un -0,3%. È l’effetto soprattutto, ha detto Draghi, del trascinamento sulle cifre di quest’anno del cattivo andamento dell’ultimo trimestre dell’anno scorso (-0,6%). Anche per il 2014, dopo una graduale ripresa a fine 2013, le stime sono state leggermente ritoccate al ribasso: l‘economia tornerà a crescere dell’1%, contro l’1,2 indicato a dicembre” (vedi anche Bce acquista bond italiani).
Per quanto invece concerne l’inflazione, oggi all’1,8 per cento, il tasso scenderà a fine anno all’1,6 per cento, come previsto a dicembre, e l’anno prossimo all’1,3 per cento (contro l’1,4 per cento delle stime precedenti). Pertanto, man mano che passeranno i mesi, la Bce riuscirà a consolidare il suo obiettivo di lasciare il tasso al di sotto del 2 per cento, ma vicino a tale soglia.
“Questo non è stato tuttavia sufficiente a indurre il consiglio dell’Eurotower a ridurre i tassi d’interesse (il principale tasso di rifinanziamento resta fermo, per l’ottavo mese consecutivo, allo 0,75%). Draghi ha detto che si è parlato di un possibile ribasso, ma alla fine ha prevalso una maggioranza a favore dello status quo. Il presidente della Bce, al contrario di quanto speravano i mercati finanziari, non ha offerto alcuna indicazione che un taglio possa avvenire nei prossimi mesi” – concludeva in proposito Il Sole 24 Ore.