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Pil Cina 2012 ai minimi dal 1999

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 Il Prodotto interno lordo della Cina, la seconda economia mondiale, è cresciuto del 7,8 per cento. Una crescita che potrebbe far gola alla grande maggioranza delle economie internazionali, ma che – quando si parla di Cina – risulta essere un dato non certo positivo. Ad ogni modo, la crescita economica del colosso asiatico (che aveva abituato gli investitori a fare i conti con uno sviluppo a doppia cifra), è riuscita a invertire la tendenza al ribasso nel corso del quarto trimestre.

Erano ben tredici anni – sottolineava il quotidiano La Repubblica – “che il prodotto interno lordo della Cina non cresceva a un ritmo così “lento” come quello del 2012. Eppure la vitalità mostrata nell’ultimo scorcio dell’anno ha messo di buon umore i mercati asiatici. Nell’arco dei dodici mesi, infatti, il pil della seconda economia mondiale ha fatto registrare il +7,8%, confermando il trend di rallentamento (era +10,4% nel 2010 e +9,3% nel 2011) dovuto all’incapacità di colmare a pieno il calo delle esportazioni con la domanda interna”.

Come già anticipato, l’aspetto più positivo sembra essere relativo ai dati sul terzo trimestre dell’anno, visto e considerato che dopo sette trimestri consecutivi, la crescita del Prodotto interno lordo nazionale avrebbe rimbalzato al +7,9 per cento nel periodo ottobre-dicembre (la stima era per un +7,8 per cento), risalendo dal +7,4 per cento del trimestre estivo (vedi anche il nostro speciale sulla Cina che allenterà la politica monetaria nel 2013).

In positiva accelerazione, ricordava ancora il quotidiano nella sua edizione online, “anche il dato della produzione industriale dell’ex Celeste impero, che a dicembre è salita del 10,3% – in linea con le aspettattive – rispetto a un anno prima, dal +10,1% di novembre. Rispetto al mese precedente, la produzione è salita dello 0,87%, dopo il +0,86% di novembre. A livello di singole voci, la spesa per consumi ha contribuito per il 51,8% del pil, gli investimenti per il 50,4%, mentre le esportazioni nette hanno sottratto il 2,2% del pil”.