Dopo che una settimana fa il petrolio ha indebolito il dollaro canadese, per la valuta nordamericana è giunto il momento di interrompere il declino che l’ha vista protagonista negli ultimi tre giorni rispetto alle principali controparti: l’approvazione da parte del governo spagnolo del budget anti-crisi è stato determinante da questo punto di vista, con l’appetito degli investitori per il rischio che è aumentato in maniera decisa. Tra l’altro, Loonie ha ottenuto i suoi guadagni grazie al greggio che fino a qualche giorno fa era stato penalizzante, visto che si sta parlando di uno dei maggiori esportatori al mondo in tal senso, con una conseguente speculazione maggiore per quel che riguarda altre nazioni emergenti, in primis la Cina.
L’ultimo report relativo all’economia canadese parlava chiaramente di una crescita del prodotto interno lordo pari allo 0,1%. Insomma, si è capito da diverso tempo che le novità sull’eurozona sospingono il dollaro canadese, anche perché il mercato ha deciso che quanto sta avvenendo in relazione a Madrid sia una cosa buona. Il rialzo della divisa nordamericana è stato pari a 0,5 punti percentuali, con una quotazione complessiva di 98.04 centesimi per ottenere un dollaro americano presso il Toronto Stock Exchange. Il livello più basso dal 6 settembre ad oggi, invece, è stato quantificato in 98,60 centesimi.
Un dollaro canadese è ora in grado di acquistare 1,10199 dollari americani. L’aumento mensile di questo riferimento monetario è così giunto fino allo 0,6%, mentre quello trimestrale sfiora i quattro punti percentuali. Per quel che concerne, poi, i titoli obbligazionari del Canada, c’è da dire che i rendimenti sono calati dopo ben otto settimane consecutive di incremento, tanto che il ritorno economico del benchmark decennale è arrivato fino all’1,76%. Si è parlato del petrolio in precedenza e in effetti i relativi contratti futures hanno aggiunto altri 2,2 punti percentuali alle loro performance newyorkesi, sfiorando in questo modo i novantadue dollari.