Si moltiplicano le voci e le indiscrezioni sull’eventuale piano per l’uscita della Grecia dall’area Euro. L’avvio delle elezioni a giugno consentirebbe il passaggio al comando di un Governo anti-Europa, volto alla reintroduzione della moneta di Atene dopo l’uscita dall’Euro.
Dai vertici dell’Eurotower, in un’intervista a De Standaard, il commissario europeo al commercio Karel De Gucht ha detto:
un anno e mezzo fa ci poteva essere il pericolo di un effetto domino, ma oggi ci sono, all’interno sia della Bce che della Commissione europea, servizi che stanno lavorando su scenari d’emergenza nel caso la Grecia non ce la faccia. Un’uscita della Grecia non significa la fine dell’euro, come qualcuno sostiene
La commissione Europea ha però smentito le parole spese in favore di un piano dell’UE, anche se la Germania ha ammesso di essere pronta a tutte le eventualità. I sospetti ora includono anche un’uscita forzata del Paese, che a questo punto risulta essere un “peso” per la comunità Europea che al momento deve far fronte ad altri problemi sul fronte Spagnolo.
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Resta da capire se la Grecia vuole effettivamente uscire dall’Ue ma sopratutto quali sarebbero a questo punto le ripercussioni sui restanti Paesi membri; molto probabilmente l’allarmismo generale non troverebbe riscontro sulla finanza reale, visto che l’uscita dall’area Euro di un Paese in default controllato non può essere vista come una nota negativa per la Moneta Unica. Gli aiuti tornerebbero comunque anche in caso di un ritorno alla vecchia moneta di Atene e pertanto il debito con l’UE sarebbe onorato, scongiurando ogni tipo di problema per l’Euro.
