L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) ha notevolmente abbassato le sue previsioni per la domanda globale di petrolio per il 2012 e il 2013 a causa della crisi economica mondiale, dei prezzi elevati e dei ridotti fabbisogni di oro nero in Cina e Stati Uniti. Questi fattori potrebbero frenare la crescita della domanda di petrolio a 0,9 milioni di barili al giorno nel 2012 e a 0,8 nel 2013. L’Agenzia ha altresì rivisto la stima per la crescita globale nel 2013, abbassandola al 3,6% (contro il precedente 3,8%), mantenendo invariata la previsione di una progressione del 3,3% per quest’anno.Le stime per la domanda di Cina e Stati Uniti, come si legge nel rapporto dell’AIE, sono state ridotte rispettivamente a 600mila e 100mila barili al giorno, in virtù del rallentamento delle due economia. Ciò contribuisce ”a soffocare ulteriormente la previsione della domanda” mondiale di petrolio. Questa è la quarta volta dall’inizio del 2012 che l’AIE, braccio dell’OCSE nel campo energetico, rivede al ribasso le sue previsioni per la domanda di oro nero. Lo aveva già fatto a gennaio, febbraio e giugno.
Dal punto di vista dell’offerta, la produzione è aumentata di 300.000 barili al giorno nel mese di luglio rispetto a giugno, a 90,7 milioni di barili. Su base annua, la produzione è notevolmente aumentata: a far da traino il livello sostenuto di Iraq e paesi OPEC, in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.L’attuale produzione dell’OPEC, che è tuttavia leggermente diminuita in maggio (-1,7%), è ancora superiore (di circa il 10%) ai livelli 2009- 2010.
Diversamente, la produzione iraniana ha continuato a precipitare ai suoi livelli più bassi a partire dagli anni ’80, quale effetto dell’ embargo europeo e americano sul petrolio. Secondo l’AIE, nel mese di luglio sarebbe scesa al di sotto dei tre milioni di barili al giorno, a 2,9 milioni di barili, piazzando l’Iran alle spalle dell’Iraq.
L’AIE aggiunge, tuttavia, che i prezzi dell’oro nero potrebbero rimanere elevati nei prossimi mesi: le tensioni geopolitiche e sociali, comprese quelle tra l’Iran e l’Occidente sul programma nucleare iraniano, potrebbero infatti compensare l’effetto un’economia globale depressa. Il prezzo del Brent del Mare del Nord è sceso sotto i 90 dollari al barile nel mese di giugno, quando l’Arabia Saudita ha aumentato la sua produzione per compensare la diminuzione delle esportazioni in Iran a seguito dell’entrata in vigore delle sanzioni internazionali. La successiva fiammata, per cui prezzi sono tornati a salire, portandosi oltre i 110 dollari, è stata alimentata dalle tensioni con l’Iran e dalle speranze degli investitori di vedere un intervento incisivo da parte delle principali banche centrali a sostegno dell’attività economica.
[…] anche domanda petrolio in calo secondo AIE. Roberto, 10 settembre […]
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