Meglio il dollaro o l’oro? Questa domanda non è mai banale quando si parla di Forex: tanto più che le ultime performance relative al prezioso metallo, visto che i contratti futures aurei che sono quotati presso il Comex di New York hanno fatto registrare l’ennesimo rialzo. Sono ben cinque settimane che questo trend sta continuando, tanto è vero che l’incremento complessivo è di 9,79 punti percentuali dallo scorso mese di agosto. Al contrario, il Dollar Index si è caratterizzato per un calo molto vicino al 4% nell’ultimo mese, il che impone una riflessione molto importante. L’oro può essere considerato una sorta di valuta alternativa.
Il prezzo annuale della commodity è cresciuto di diciassette punti percentuali, in linea con le migliori performance che ci conoscano dal 2000 ad oggi. I rialzi in questione sono guidati in larga misura dalla forte domanda di investimenti, ma anche dalla limitata crescita dell’offerta. D’altronde, bisogna ricordare come siano necessari circa diciassette anni dal momento dell’esplorazione fino alla scoperta vera e propria dell’oro: con l’aumento della stampa di moneta da parte delle banche centrali, misura utile per tentare di monetizzare il debito, si ha una divisa molto più debole e un oro che si può sostituire in maniera perfetta ad essa.
Eppure, non più tardi di tre mesi fa, questi stessi discorsi non potevano essere fatti, in quanto il maggio da incubo per gli Etf sull’oro non faceva propendere per l’investimento in questione: ad agosto la musica è cambiata e le banche centrali del Kazakistan, della Turchia e dell’Ucraina hanno provveduto a incrementare di altre dieci tonnellate le loro riserve auree. Il timore che si possa gonfiare un’ennesima bolla economica c’è, ma secondo economisti ed esperti la corsa dell’oro può durare ancora dai cinque ai sette anni, con Deutsche Bank che ha calcolato tutto questo utilizzando la storica misura del metallo contro i maggiori benchmark.
