L’Opec, il cartello dei paesi esportatori di petrolio, dovrebbe mantenere la produzione stabile, affermano gli analisti. La decisione è attesa per mercoledì a Vienna.
Sulla scorta di quanto annunciato da Imad al-Atiqi, membro del Consiglio Supremo del Petrolio, massimo organo decisionale dell’Opec, e dal presidente dell’Organizzazione Jose Botelho de Vasconcelos non si attende alcun taglio alla produzione di greggio. Complice la stabilità del prezzo dell’oro nero, fluttuante attorno ai 70 dollari al barile. Fanno eco le indicazioni di Iran e Kuwait che, appunto, non ritengono necessario chiudere i rubinetti.
Intanto, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha esortato il Turkmenistan, il quarto paese al mondo per riserve di metano, ad unirsi all’Opec del gas. Ieri a Ashgabat, Chavez ha incontrato il presidente Gurbanguly Berdymukhamedov e ha invitato il paese ad unirsi al gruppo, composto – in linea teorica – da Russia, Quatar (i promotori e leader di mercato), Iran e Algeria.
Secondo gli osservatori creare un’organizzazione di paesi produttori di gas sarà impresa assai ardua visto che il metano, scambiato sulla base di contratti di lungo periodo, non è soggetto a fluttuazioni di prezzo come il petrolio.