Olanda fuori dall’Euro? Può essere. Geert Wilders, leader del Partito della libertà, propone un referendum per il ritorno al fiorino quasi a sorpresa, cambiando nettamente direzione rispetto alla posizione precedente. Dopotutto era inevitabile; uno dei pochi paesi Europei ad aver conservato per tutto questo tempo un rating a tripla “A” si vede ora richiamare dall’Eurozona per aver sforato sulle previsioni del deficit pubblico, rischiando la recessione solo per effetto di “trascinamento” dell’Euro.
Secondo il leader, la situazione critica attuale è completamente causata dalla Moneta Unica, che nei momenti difficili trascina sotto di se anche le realtà più sane ed indipendenti; non è la prima volta che si parla di Europa divisa, e questo succede proprio quando sembrava che anche la Germania stessa si fosse convinta sull’unione come soluzione alla recessione. Prima si parlava di Grecia fuori dall’Euro, poi di ritorno alla Lira in Italia ed ora di Olanda fuori dall’Eurozona; come può con un background simile l’Unione Europea pensare di poter competere con gli Stati Uniti d’America?
L’Euro infatti continua a soffrire contro il Dollaro USA ed il quadro gira rapidamente in territorio negativo come le previsioni di lungo periodo. Un cambio di 1:1 tra i due potrebbe favorire sicuramente gli USA in questo momento ma un ritorno a questa quota da 1.3210 di adesso avrebbe un impatto psicologico devastante per l’Eurozona che si troverebbe ben presto in fondo alle scelte di investimento a livello mondiale. Il cross attualmente punta ad un ritorno rapido verso 1.2000 che entro la fine dell’anno (se non prima) diventerebbe realtà. L’avvio della discesa sarà poi difficile da fermare e non basterà il raggiungimento di quota 1:1 per far entrare i compratori che anzi nel frattempo avranno valutato altre opportunità di investimento. Nel breve periodo c’è spazio per salire oltre 1.3235 per il raggiungimento di 1.3370 ma questo non è influenzato dal quadro generale che stà invece precipitando velocemente.
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