Il rublo ha inserito la retromarcia per la prima volta dopo ben due settimane, compensando in questa maniera il maggior rally dal 2010: il ribasso della moneta russa deve essere ascritto essenzialmente al fatto che gli investitori finanziari si sono convinti che i recenti guadagni siano stati esagerati. La divisa in questione ha quindi perso 0,4 punti percentuali nei confronti del dollaro presso la Borsa di Mosca, attestandosi a quota 30,59. Anche il cambio con l’euro è andato nella stessa direzione, con il rublo che ha ceduto lo 0,3% nei confronti della moneta unica europea e concludendo le contrattazioni a quota 40,195.
I rialzi a cui si è appena fatto riferimento duravano da ben nove giorni consecutivi, ma le ultime disposizioni dettate dalla Federal Reserve, la banca centrale americana, hanno fatto crescere l’appetito per gli assets di mercato più rischiosi. Come hanno spiegato diversi analisti, inoltre, dato che il rublo ha perso potenziali occasioni per altri rafforzamenti, gli investitori hanno deciso di riacquistare valuta straniera. Il rally è stato comunque favorito in larga misura dalla speculazione che ha circondato la moneta russa, tenuto conto del fatto che gli investitori hanno acquisito molti rubli per assicurarsi le azioni di Sberbank, la principale banca di Russia, la quale ha annunciato ieri proprio la vendita del titolo.
Allo stesso tempo, molte altre azioni sono state vendute all’estero. Bank Rossii, l’istituto di credito centrale russo, sta quindi mettendo a disposizione l’equivalente di 1,71 miliardi di titoli azionari, il tutto al prezzo di mercato, come è stato comunicato in via ufficiale dalla stessa Sberbank. La domanda degli investitori per un rendimento extra relativamente ai bond denominati in dollari è aumentata di sei punti base, senza dimenticare che l’indice dei rendimenti delle obbligazioni governative quinquennali (si fa riferimento al Micex) è riuscito a conquistare altri tre punti base e ad attestarsi al 7,55%.
