La banca centrale del Myanmar, la nazione asiatica che siamo abituati a chiamare anche Birmania, sta pianificando nel dettaglio la propria indipendenza monetaria: l’evento in questione potrebbe concretizzarsi nel primo semestre del prossimo anno e sarà strategico per mantenere sia i prezzi che gli istituti di credito “stabili”. La ragione è presto detta, visto che gli investitori finanziari sono pronti a iniettare nuova liquidità nell’ex regime militare. Il Parlamento birmano sta dunque considerando un’apposita legge che sia in grado di potenziare l’autorità e l’indipendenza dell’istituto centrale, come ha affermato qualche giorno fa il governatore Maung Maung Win.
I programmi in questione, inoltre, beneficeranno del sostegno da parte del Fondo Monetario Internazionale e della vicina Thailandia. Lo stesso Win è stato chiaro nel descrivere la situazione attuale, dato che al momento non è possibile fissare un obiettivo preciso per quel che riguarda l’inflazione, ma lo si può fare in merito al mercato Forex. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il governo di Naypyidaw prenderà il controllo del sistema finanziario e delle transazioni in denaro contante, una mossa che si è resa necessaria alla luce dell’interesse annunciato da due colossi come Western Union e Coca Cola Company ad operare da queste parti.
Le banche autorizzare possono attualmente gestire circa due milioni di dollari al giorno per quel che concerne le transazioni in valuta estera, mentre i mercati informali ne vantano cinque milioni. C’è anche da sottolineare come la divisa ufficiale del Myanmar, il kyat, si sia indebolito di ben 5,7 punti percentuali nel corso degli ultimi cinque mesi, giungendo fino a quota 864,95 per ottenere un dollaro: si tratta della moneta dalle peggiori performance in tutto il Sud-Est asiatico, chissà che questa mossa non sia il primo passo verso un apprezzamento che le autorità locali attendono da tempo, ma per scoprire tutto questo bisognerà far trascorrere l’intero 2013.