Moody’s, una delle principali agenzie di rating, ha ridotto il proprio giudizio sul debito sovrano del Regno Unito a un livello pari a Aa1, con outlook stabile sul futuro. A pesare negativamente sono le prospettive di crescita di medio termine, analizzate in un contesto di debolezza. Nonostante ciò, Moody’s afferma come la solidità del credito rimanga molto elevata e, per tale motivo, non vi sia significative preoccupazioni sulla stabilità del Paese.
Ad ogni modo, dopo la Francia anche il Regno Unito esce dal ristretto club della tripla A del vecchio Continente, che invece permane in capo a Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo (vedi anche Stime Moody’s 2012 – 2013).
Pochi dubbi sulle motivazioni della decisione che, si legge in una nota dell’agenzia, è stata assunta sulla base di tre fattori come “la prolungata debolezza delle prospettive di crescita nel medio termine, con una ripresa fiacca” che è destinata a proseguire ancora per molto tempo e, in secondo luogo, “pone delle sfide sul fronte dell’attuazione del programma di consolidamento di bilancio” da parte del governo di David Cameron.
Ancora, spiega una nota dell’agenzia di rating Moody’s, preoccupa “il deterioramento della capacità di assorbire gli choc” da parte del sistema amministrativo e finanziario britannico, a causa di “un elevato e crescente livello del debito pubblico” (vedi anche Dichiarazioni Moody’s su accordo fiscal cliff).
Motivi, quelli di cui sopra, che hanno spinto Moody’s a rivedere in stabile l‘outlook sul Paese, considerando altresì i rischi di esposizione ad un eventuale peggioramento della situazione sul fronte della crisi dei debiti sovrani in Europa. Il rischio di contagio è stato solo parzialmente mitigato dalla flessibilità legata a una politica monetaria indipendente.
Sempre in proposito di Moody’s, ricordiamo come l’agenzia di rating internazionale (una delle principali insieme a Standard & Poor’s e Fitch), lo scorso luglio abbia declassato anche in Italia, con un rating ora condotto a Baa2.
