Il primo esperimento di una moneta locale a circolazione limitata: fu questa la definizione data nel 2004 all’EcoAspromonte, al momento del debutto di questa valuta da far circolare nell’omonimo Parco Nazionale calabrese. Di cosa si tratta e come funziona esattamente? Si sta parlando di una sorta di banconota, ma c’è anche chi preferisce chiamarla voucher, utile per gli scambi da effettuare nel parco in questione. In pratica, si sta parlando di quattro tagli distinti, con il cambio unitario rispetto all’euro. D’altronde, le intenzioni iniziali sono state sin da subito improntate al rispetto della moneta unica, puntando però a migliorare le filiere dei prodotti e a irrobustire l’identità locale.
Tra l’altro, una particolarità che va sottolineata, ogni singolo EcoAspromonte vanta una scadenza che non permette di accumulare moneta, quindi non la si può in nessun caso considerare come una riserva di valore. La sperimentazione non è stata perfezionata per contestare l’euro, come già accennato, anzi quest’ultimo è stato più volte difeso e giudicato come una pietra miliare. L’idea è venuta in mente prendendo spunto dalle teorie del celebre economista britannico John Maynard Keynes, secondo cui la moneta deve essere assegnata a un circuito chiuso, come lo è appunto il territorio di un parco.
La funzione di moneta-credito è altrettanto importante. Fondamentale, inoltre, è stato il contributo della Banca Popolare Etica. Ma a distanza di quasi un decennio che bilancio si può fare? I tagli previsti ammontano a 1, 2, 5 e 10 EcoAspromonte, i quali sono pagabili a vista al portatore. Sono diversi i centri per il cambio delle valute, come anche quelli che si devono occupare del monitoraggio della circolazione monetaria, in modo da evitare situazioni spiacevoli. Le convenzioni con gli operatori commerciali e quelli turistici, oltre agli enti locali (si sta pur sempre parlando di un ente parco in fin dei conti) rappresentano l’ultimo dettaglio meritevole di nota per questa valuta.