Le performance negative per le valute asiatiche di una settimana fa sono solamente un brutto ricordo che è già dimenticato: sono state infatti proprio queste divise continentali a far registrare la loro miglior performance trimestrale degli ultimi due anni, dopo che i policy makers internazionali hanno annunciato piani convincenti per introdurre nuovo denaro nei mercati finanziari, in modo da sostenere la crescita economica. Nel dettaglio, il Bloomberg-JPMorgan Asia Dollar Index, il quale fa riferimento alle monete più attive della regione, è cresciuto di 1,8 punti percentuali dallo scorso 30 giugno, al termine quindi del secondo trimestre del 2012. I principali contributi sono stati quelli della Federal Reserve, della Banca Centrale Europea e di Bank of Japan, tre banche centrali che hanno apportato nuova fiducia.
Tra l’altro, non bisogna dimenticare che la speculazione ha appena fatto guadagnare terreno allo yuan (i livelli più alti dal 1993). Il trend in questione, poi, dovrebbe continuare anche nel 2013, grazie ai tassi di interesse e al vantaggio della crescita che si potrà sfruttare dalle economie più sviluppate. Intanto, la crescita cinese sta rallentando e quindi non si possono che attendere nuove misure di stimolo monetario, tra cui il taglio dei già citati tassi di interesse.
Tra le performance che bisogna sottolineare, c’è senza dubbio quella della rupia (+5,3% e una quotazione pari a 52,86 per ottenere un dollaro), senza dimenticare l’ottimo ringgit malese, con i suoi 3,5 punti percentuali di rialzo e i 3,06020 ringgit necessari per un biglietto di moneta verde. Gli investitori finanziari hanno già provveduto a immettere nove miliardi di dollari nei mercati azionari di paesi come India, Indonesia, Corea del Sud e Taiwan (tra le principali economie emergenti) nel corso del mese di settembre che termina proprio oggi; l’Asia Dollar Index, inoltre, ha toccato i 117,35 punti due giorni fa, vale a dire il picco più alto dallo scorso 9 marzo.