Angela Merkel cambia tono e atteggiamento con i suoi partner europei. Dopo aver difeso il posto della Grecia nella zona euro, il cancelliere tedesco ha elogiato gli sforzi, definiti “impressionanti”, dell’Italia. Ma le divergenze di fondo rimangono mentre i mercati, lungi dal volersi mostrare ottimisti, puntano gli occhi sulla BCE.La Merkel ha dichiarato di essere rimasta particolarmente colpita dagli “sforzi di consolidamento” e dal programma di riforma del governo italiano, prima di affermare che Italia e Germania hanno mantenuto un “rapporto bilaterale eccezionale”. Il cancelliere tedesco si è detta “convinta” che gli sforzi daranno i loro frutti. In altre parole, dal suo punto di vista, l’Italia non ha bisogno di un aiuto eccezionale attraverso un intervento da parte della Banca centrale europea (BCE). Un modo per dimostrare che Berlino vuole dialogare con i suoi partner, piuttosto che cercare di imporre il proprio diktat e che rivela una nuova, apparente, affinità tra i due leader, Monti e Angela Merkel, che non hanno mascosto un certo ottimismo sul futuro della zona euro (vedi anche crisi euro, BCE vs Bundesbank).
Ma se i toni cambiano, non sembrano essere mutate i punti di vista. Certo, Mario Monti, ha accolto con favore gli elogi del cancelliere tedesco, ma le profonde divergenze sono subito riemerse quando si è discusso in merito alla concessione di una licenza bancaria al futuro meccanismo europeo di stabilità (ESM), voluto proprio dall’Italia. Si tratta di un meccanismo permanente di salvataggio dell’area euro, che sostituirà l’attuale EFSF (Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria). Ritenendo che questo dispositivo non sia compatibile con i trattati UE, il Cancelliere non ha fatto marcia indietro, affermando che la zona euro è sufficientemente “ben attrezzata” per garantire la sua stessa stabilità.
I mercati azionari europei si stanno focalizzando ora sulla Banca centrale europea. Le speranze degli economisti sono quasi esclusivamente riposte nell’intervento sul mercato del debito pubblico promesso da Francoforte, alimentate dalle parole del presidente dell’Istituto monetario, Mario Draghi, che ha dichiarato al settimanale tedesco Die Zeit che la politica monetaria “necessita a volte di misure necessarie straordinarie”.
Ma la risposta a queste aspettative potrebbe farsi attendere, almeno fino al 12 settembre, quando la Corte costituzionale tedesca sarà chiamata ad esprimersi in merito all’attuazione (dunque alla leggitimità) del meccanismo di salvataggio permanente della zona euro. Intanto, in Germania, il dibattito sul ruolo della BCE e sulla sua liceità (o meno) di intervenire nel debito della zona euro è sempre vivo. Per i tedeschi, nostalgici della Bundesbank, la banca centrale deve prima di tutto essere fedele al suo mandato e, dunque, occuparsi di frenare l’inflazione.