Nonostante la delusione dei mercati finanziari, che hanno reagito con un pesante ribasso dopo le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi, l’istituto di Francoforte sembra si stia spingendo in un territorio in gran parte sconosciuto sinora. Il numero dell’Eurotower ha in realtà aperto la porta ad una politica monetaria che potrebbe anche tradursi in un quantitative easing, un passo che la BCE aveva finora rifiutato di compiere. La BCE sta entrando in una nuova fase?Le borse europee hanno archiviato la sessione in rosso, riflettendo il disappunto degli investitori per il mancato annuncio di un’azione immediata da parte della BCE per arginare la crisi del debito della zona euro, soprattutto dopo che lo stesso Mario Draghi, proprio la settimana scorsa, aveva dichiarato che avrebbe fatto “tutto quanto necessario” per proteggere l’euro. E che questo sarebbe stato sufficiente.
Il margine di manovra di Mario Draghi è fortemente limitato dalla Bundesbank tedesca, il solo oppositore, probabilmente, delle nuove misure proposte dalla Banca centrale europea. Draghi non ha deluso le attese. La BCE si sta preparando ad acquistare, per il momento, solo i titoli di Stato italiani e spagnoli sul mercato e lo farà una volta che i governi dell’area dell’euro avranno permesso ai fondi di salvataggio (EFSF e MES), di fare lo stesso.
Anche se la BCE non adotterà provvedimenti nell’immediato, a conti fatti, Mario Draghi non ha tradito le promesse fatte la scorsa settimana. Qualunque sia stata la reazione del mercato, l’annuncio della BCE rappresenta infatti un importante passo avanti. Questa volta, la BCE si è esplicitamente impegnata a fare quello che serve per raggiungere l’obiettivo che si è prefissa.
Facendo eco al crollo dei mercati azionari europei, che si attendevano l’annunicio di misure immediate per lottare contro la crisi del debito della zona euro durante la conferenza stampa di Mario Draghi, gli oneri finanziari in Spagna sono tornati a impennarsi, oltrepassando la soglia del 7%. I rendimenti dei titoli spagnoli a dieci anni sono cresciuti di 48,6 punti base, salendo al 7,22%. I tassi italiani sono hanno invece fatto un balzo in avanti di 40,8 punti percentuali, attestandosi al 6,34%. Dopo le promesse del Presidente della BCE della settimana scorsa, i rendimenti avevano registrato una significativa flessione.
La BCE ha dichiarato che potrebbe prendere in considerazione altre misure “non convenzionali” per risolvere la crisi del debito, suggerendo che potrebbe esserci margine per un quantitative easing. Secondo Barclays Capital, le osservazioni di Draghi costituiscono un segnale inequivocabile che lasciano intendere che la BCE dovrebbe modificare in modo significativo la propria politica monetaria nel corso della riunione di settembre. Secondo un sondaggio pubblicato da Reuters la BCE comincerà probabilmente ad acquistare titoli di Stato in Italia e Spagna nel corso del prossimo mese, in cui la BCE interverrà probabilmente sul suo tasso di rifinanziamento, portandolo al minimo storico dello 0,5%.
Draghi ha probabilmente capito che limitare la soluzione dei problemi del paese alle mere riforme strutturali e ai tagli di bilancio, avrebbe guidato la Spagna verso uno scenario simile a quello della Grecia, e facendola sprofondare in una recessione ancora più grave. La BCE vuole costruire in firewall anti-crisi e il suo presidente ha chiaramente lasciato intendere (ai mercati in primis) che non lascerà che si speculi sul fallimento (default) di uno Stato o sull’andamento dei tassi.