I titoli obbligazionari del Regno Unito sono riusciti a guadagnare terreno per la prima volta negli ultimi quattro giorni, un evento che ha preceduto le aste nazionali di titoli collegati al tasso di inflazione (inflation-linked): la sterlina britannica ha fatto registrare invece dei lievi cambiamenti per quel che concerne le sue performance nei confronti del dollaro e dell’euro (vedi anche Sterlina in crescita contro euro). Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che il Debt Management Office dovrebbe vendere qualcosa come 1,6 miliardi di sterline in Gilt (i bond inglesi per intenderci), con la scadenza fissata per il 2024, per quella che rappresenta la seconda cessione obbligazionaria dell’anno fiscale cominciato proprio ad aprile.
I titoli decennali di Sua Maestà hanno perso un punto base (-0,01%) a Londra, con il rendimento medio che è aumentato però di quindici punti base (+0,15%) negli ultimi tre giorni. Tornando a parlare dei mercati valutari, la sterlina ha raggiunto quota 1,5334 dollari, dopo aver raggiunto una settimana fa gli 1,5363 dollari, vale a dire il picco massimo da febbraio a oggi. Se invece si focalizza l’attenzione sul cambio sterlina-euro, ci si accorge che sono necessari 85,33 pence per ottenere la moneta unica europea: il valore in questione è stato raggiunto dopo un deprezzamento che aveva sospinto la divisa del Regno Unito fino a 85,60 pence nel corso della giornata di ieri, il livello più basso dal 25 marzo scorso.
Il 2013 è stato finora caratterizzato da un declino della sterlina pari a 4,6 punti percentuali, almeno stando ai dati che sono stati raccolti dagli indici di Bloomberg, in particolare quelli che monitorano le valute delle dieci nazioni più sviluppate al mondo. Si tratta di una performance che stona enormemente rispetto a quella del dollaro americano (+1,9%) e dell’euro stesso (+0,9%). Sempre quest’anno, infine, i Gilt hanno garantito un ritorno economico dell’1%, il doppio rispetto ai Bund tedeschi.