La Banca centrale Australiana, ha mantenuto fermi i tassi di interesse al 2.50% con la conseguenza che il dollaro australiano, come da attese, è stato in grado di ripartire in maniera importante contro il dollaro americano.
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Questo ha permesso alla discesa generale del dollaro americano (che sta scendendo contro appunto l’australiano, l’euro e lo yen) che a differenza di quanto accadeva qualche tempo fa, non si sta comportando da valuta rifugio di fronte a discese delle borse a causa del fatto che yen e franco hanno a disposizione ancora un po’ di strada da percorrere prima di entrare in territorio di pericolo che potrebbe attivare interventi delle rispettive banche centrali (la BoJ sta già cominciando a comunicare di monitorare la situazione con attenzione), spiega Matteo Paganini di Daily FX. Poniamo grande attenzione alle ripercussioni che si potrebbero avere sul valutario di fronte a potenziali rotture delle borse, il rischio di una nuova guerra valutaria (sempre che essa sia mai terminata) è dietro l’angolo.
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EurUsd: il mercato ha resistito molto bene durante la mattinata tra i livelli indicati di 1.3510 e 1.3520 e ha messo in atto discese verso 1.3475, senza superarlo ed evitando la valutazione di ulteriori approfondimenti ribassisti. Da metà pomeriggio il mercato è ripartito arrivando al test di quelle che abbiamo considerato ieri comunque come delle resistenze. Su un 4 ore ci troviamo sotto la media a 21 che insieme a 1.3560 potrebbe fornire delle resistenze dove pensare a vendite di euro, tenendo conto che un superamento a rialzo di 1.3575 (una decina di punti di tolleranza) potrebbe lasciare spazio a ripartenze verso 1.3600 ed in estensione 1.36 ¼. In caso di tenuta delle resistenze, i primi target ipotizzabili potrebbero passare per 1.3530 ed in estensione 1.3510.