In sordina, la Federal Reserve si prepara ad immetere liquidità nel mercato. L’annuncio probabilmente arriverà dal meeting del prossimo 2-3 novembre. Ma intanto la Cina già attacca. Lo fa per la prima volta in maniera aperta, senza risparmiare un colpo. Perché a differenza degli americani infilza al cuore. Il ministro al commercio Chen Deming ha messo in guardia sul possibile aumento internazionale dell’inflazione causato dalle politiche iper-espansive statunitensi. “Dato che le emissioni di dollari non sono controllabili e che i prezzi di molte merci aumenteranno a livello internazionale – ha ammonito il ministro -, la Cina dovrà confrontarsi con un’inflazione importata che crea un grave problema di incertezza per le imprese”. E l’inflazione non è certo l’ultimo problema per Pechino, visto che la banca centrale solo la settimana scorsa ha approvato l’aumento dei tassi per raffreddare l’economia. A questo punto la sfida si risolverà al G20 di Seul? Forse, ma non è detto. Potrebbe continuare.
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