Il Fondo monetario internazionale si allarga. Ieri la Repubblica del Kosovo è diventata il 186esimo membro del Fmi. L’inclusione dello Stato, indipendente dal febbraio 2008 (foto), è stata possibile grazie al voto favorevole degli Stati Uniti. Gli americani hanno sostenuto a più riprese anche l’indipendenza dalla Serbia. Ora Pristina sarà parte del Fmi e come membro potrà pertanto usufruire degli aiuti economici per i paesi in crisi. Gli analisti affermano che la situazione dello stato balcanico per il momento non è grave, e comunque non paragonabile a quella bulgara: stato in espansione fortemente legato agli investimenti stranieri, affossato dalla crisi che con buone probabilità dovrà presto fare ricorso a finanziamenti Fmi, ma solo dopo aver tentato la strada del taglio alla spesa pubblica (20%); a farne le spese saranno principalmente i dipendenti statali. In Kosovo la condizione è molto diversa, in alcune regioni manca l’elettricità per 4 ore al giorno e non ci sono grandi banche da salvare. Ahmet Shala, ministro Economia e Finanze aveva detto: “La situazione delle banche in Kosovo è molto buona. Ma io dico che la crisi economica mondiale potrebbe avere un impatto sullo sviluppo degli investimenti esteri in Kosovo, che può verificarsi nei prossimi anni. Per il momento, la crisi ha solo un effetto psicologico”. Ma a preoccupare sono i due giganti di minerali, Trepca e Feronikeli, che potrebbero risentire dell’andamento delle commodities sui mercati internazionali.