Basta alle attività in dollari o euro. E’ questo il proposito del vicepresidente iraniano Mohammad-Reza Rahimi, citato martedì dai quotidiani. L’ultima ritorsione di Teheran all’inasprimento delle sanzioni volute da Usa e Ue. Dopo la lista nera per le compagnie petrolifere e l’ingresso massiccio di capitali cinesi nel settore dei carburanti che potenzialmente riduce le possibilità di movimento per gli europei è arrivata la minaccia più grave. “Faremo uscire il dollaro e l’euro dal nostro paniere di valute e li sostituiremo con il rial e qualunque altra valuta di Paesi che accettano di cooperare con noi. Queste valute (dollaro ed euro) sono sporche, e non venderemo più il nostro petrolio in dollari o in euro”, ha dichiarato ieri Rahimi durante un discorso davanti ai responsabili dell’Istruzione iraniani. Le modalità non sono chiare e ovviamente il percorso sarebbe tortuoso visto che l’Iran è il secondo esportatore dell’Opec che fa del dollaro la moneta di scambio con il greggio. Come prima cosa Rahimi ha annunciato che la repubblica islamica limiterà i suoi acquisti dall’Unione europea, che hanno rappresentato nel 2009 il 27 per cento (11,4 miliardi di euro) delle importazioni iraniane. In particolare verranno limitate le importazioni di prodotti alimentari (grano e soia) e verrà lanciato un programma per produrre localmente “strumenti e prezzi di ricambio complessi” che arrivano dall’Europa. L’Iran insomma non ci sta a farsi tarpare le ali sul fronte economico e preferisce tagliare i ponti con due macro economie occidentali. Il processo “richiederà del tempo”, lo riconosce anche Rahimi, ma Teheran va comunque in cerca di indipendenza. Certamente troverà, come ha già fatto, altri alleati in grado di sostenere il cambiamento, la Cina in primis.