Chi ha investito nei titoli di Stato italiani alla fine del 2011, può ora vantare dei ritorni dei propri impieghi davvero straordinari. Eppure, l’operazione di investimento nei titoli di Stato può confermare la propria validità anche nel corso di questa prima parte del 2012, con rendimenti ancora competitivi, e con un grado di “serenità” certamente maggiore rispetto alle gravi turbolenze che hanno coinvolto il BelPaese sul finire dello scorso anno.
Investire in titoli di Stato 2012 può pertanto ben rappresentare una utile fonte di guadagno per i risparmiatori italiani, soprattutto se si adottano alcune linee guida comportamentali che potrebbero costituire generazione di soddisfazione da parte degli investitori della Penisola. Cerchiamo di elencare qualche rapido spunto in materia.
Innanzitutto, come accade per qualsiasi investimento finanziario, la regola più importante per chi non ha un orizzonte temporale fisso è certamente quella di diversificare: un giusto mix tra investimenti a breve termine (con i Bot) e a medio lungo termine (con i Btp), può pertanto creare l’opportuna spinta redditizia per il risparmiatore.
Inoltre, da qualche giorno è altresì possibile vantare l’esistenza di un nuovo titolo di Stato alla portata di tutti i risparmiatori: il Btp Italia, un titolo a medio termine, con un rendimento contraddistinto dallo stacco di una cedola semestrale il cui importo dipenderà dall’andamento dell’inflazione italiana, e con un premio a scadenza nell’ipotesi in cui il risparmiatore privato detenga il prodotto per l’intera durata del contratto di investimento.
Per investire in titoli di Stato 2012 è sufficiente essere titolari di un deposito amministrato presso qualsiasi intermediario: l’operazione di sottoscrizione (all’asta, per quanto concerne il mercato primario) e di acquisto successivo (sul mercato secondario) può essere effettuata presso qualsiasi filiale bancaria o – limitatamente ad alcuni titoli – anche online (come accade per il Btp Italia, che non presenta alcuna commissione di sottoscrizione).
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