Secondo quanto affermano i dati diffusi da Thomson Reuters, nel corso del 2012 la Cina avrebbe continuato nella sua opera di “shopping” internazionale, prestando particolare attensione all’Europa in crisi. Il ministero del commercio locale ha di fatti affermato come nel 2012 gli investimenti diretti all’estero – nei settori non finanziari – siano cresciuti del 25 per cento rispetto all’anno precedente, per un volume complessivo di 62,5 miliardi di dollari (e mancano i dati di dicembre).
Complessivamente, inoltre, il volume delle acquisizioni cinesi all’estero è aumentato del 28 per cento: “un dato” – sottolineava il quotidiano Italia Oggi nell’edizione del 17.1.2013 – “che contrasta con quello mondiale sulle fusioniacquisizioni, in calo del 2,8%” (vedi anche Crescita manifatturiera Cina dicembre 2012).
Emblematiche le dichiarazioni del ministro del commercio Chen Deming, secondo cui “con più di 3 mila miliardi di riserve di cambio in mano non resteremo seduti a guardare i nostri attivi che si svalutano. Dobbiamo iniettare il nostro denaro nell’economia reale e apportare così il nostro contributo alla prosperità mondiale”. Dichiarazioni molto esplicite, che hanno di fatto chiosato una stagione ricca di acquisizioni.
Per esempio, ricordava ancora il quotidiano, “il gigante americano delle assicurazioni Aig ha annunciato l’intenzione di cedere la maggior parte del capitale di Ilfc, numero due mondiale nel noleggio di aerei, a un consorzio di società cinesi.E pochi giorni prima era arrivata la notizia che un’altra impresa Usa, A123 Systems, costruttore di batterie in fallimento, è stata acquisita dal Wanxiang group, produttore cinese di componenti per auto. Per non parlare dell’acquisizione, per 15 miliardi di dollari, del gruppo petrolifero canadese Nexen da parte del gigante Cnooc: si tratta del più importante investimento cinese mai realizzato all’estero”(vedi anche Produzione industriale Cina dicembre 2012).
Non si contano, infine, le partecipazioni minoritarie acquisite dalle società cinesi nei capitali delle aziende occidentali.
Continueremo a seguire l’evoluzione di questi elementi macroeconomici anche nel corso delle prossime settimane.