L’economia della Florida rischia di essere influenzata in maniera diretta dai flussi delle valute latino americane: la vicinanza geografica tra le regioni è uno dei motivi di questo impatto, tenendo in considerazione che i principali business coinvolti sono quelli della parte meridionale di questo stato federale. La Florida del Sud è una sorta di accesso necessario al Sud America, soprattutto quando si parla di turismo, investimenti esteri e capitali (vedi anche Pimco consiglia di investire nelle monete dei mercati emergenti).
In particolare, la svalutazione del bolivar venezuelano (-32%) e l’eliminazione del sistema autorizzato per il Forex ha significato il mancato accesso da parte dei cittadini venezuelani agli scambi aperti, come messo in luce da David Schwartz, presidente della Florida International Bankers Association. La svalutazione di cui si sta parlando consente al governo di Caracas di bilanciare i pagamenti e le storture economiche e di rendere le esportazioni molto meno costose, ma questo vuol dire anche un minor numero di spedizioni di beni e servizi verso la Florida. Tra l’altro, bisogna anche ricordare come nel Miami Customs District, questo stato latino americano rappresenta il quinto maggior partner commerciale, con un volume di 6,7 miliardi di dollari (i dati in questione sono del 2012).
Ma non è soltanto il bolivar a influenzare tali business. Altro esempio molto interessante è quello del real brasiliano. Quest’ultimo è infatti cresciuto a ritmi incredibili nel corso degli ultimi cinque anni, soprattutto se confrontato col dollaro. Nel 2013 vi dovrebbero essere altri tre punti percentuali di rialzo e questo è senza dubbio un fattore positivo per la Florida. In effetti, un real più forte significa che i brasiliani hanno a disposizione un maggiore potere di acquisto, in particolare per quel che concerne il comparto immobiliare. Non è un caso, dunque, che lo scorso anno i cittadini in questione abbiano favorito le vendite di abitazioni in Florida con un importante 9%.